Due appunti sul fenomeno Amarone

28 gennaio 2013
[Angelo Peretti]
Tra l'ottimo e, in alcuni casi, l'eccellente: così è l'annata del 2009 per l'Amarone secondo il mio amico Daniele Accordini, vicepresidente del Consorzio della Valpolicella e manager della Cantina di Negrar. In verità, non tutti i colleghi, soprattutto stranieri, che ho incontrato nella sala di degustazione riservata alla stampa all'Anteprima appena svoltasi a Verona sembravano pensarla esattamente come lui, ché le difficoltà di un'annata ostica e calda come quella del 2009 si son fatte sentire in più d'un caso, e dunque si son trovati talvolta - mi dicono taluni wine writer che parlano inglese - tannini un po' scorbutici e una certa assenza di frutto. Ma a dire di Daniele il rosso amaronista man mano si farà, dato che c'è carica polifenolica assai abbondante, ed è segno di chance di longevità, tant'è che dei vini presentati all'Anteprima ben più di metà erano ancora in botte, lungi dall'andare in bottiglia, ché i produttori evidentemente non li ritengono ancora pronti e dunque confidano nella loro durata. Una valutazione di cui si deve - si deve, insisto - tener conto, per rispetto all'esperienza dei vigneron valpolicellesi. Alla fine fine, dargli torto è difficile: loro, i valpolicellesi, han messo insieme qualcosa che sa di miracoloso. L'Amarone cresce, cresce, cresce e pare non fermarsi mai, passato com'è a più d'otto milioni e mezzo di bottiglie vendute l'anno scorso (trecento e più milioni d'euro di fatturato) e a una produzione stimata per il 2012 a quota (addirittura) di diciassette milioni di pezzi. Nelle zone migliori della terra di Valpolicella le vigne valgono oro: 50 euro al metro quadrato, mezzo milione all’ettaro, e un ettaro di vigna dà un reddito annuo che supera - se non ho capito male - i 20mila euro. Insisto: come dargli torto, con dell'evidenze del genere? Le loro buone ragioni han dimostrato d'averle, gli amaronisti.
L'ho già detto altre volte, ma insisto: non credo che la corsa dell'Amarone possa fermarsi, come pensa invece qualcheduno. Il mondo, almeno per ora, è in quella direzione che va, e l'Amarone è un perfetto "vino d'ingresso" per quei popoli - e son tanti - che passano dal superalcolico al vino. Semmai è da vedere come evolveranno i prezzi, quando l'offerta sarà attorno ai 15 milioni e passa di bottiglie (l'annata 2012 ha virtualmente la capacità d'arrivare a quota 17 milioni, ma il vino comincerà a uscire sul mercato tra circa tre anni). Se la domanda globale restasse sopra all'offerta, com'è ora, i prezzi potrebbero reggere molto bene. Se si arrivasse a saturare la domanda, qualche contraccolpo sulle quotazioni potrebbe esserci.
Mi domando poi se certi dati analitici che vedono l'alcol stabilizzarsi intorno ai 16 gradi, ma gli zuccheri crescere mediamente di anno in anno non stia a significare il voler assecondare un mercato che sembra impazzito proprio per la triade alcol, tannino, dolcezza. Rispondendo a una domanda del genere, Marco Sartori - leggi Roccolo Grassi -, che è tra i (giovani) big della Valpolicella orientale, ha sostenuto che no, non è questione di mercato, e che anzi i valpolicellesi cercano beva ed eleganza, o almeno credo di poter sintetizzare in questo modo il suo pensiero. Se così è, spero di potergli sempre dare ragione.
Per me, dico che negli assaggi che ho fatto ho trovato qualche vino di notevole interesse, di là delle aspettative. Ma non ne parlo adesso, sennò domani cosa scrivo?

7 commenti:

  • manuel Piccinato says:
    28 gennaio 2013 alle ore 10:21

    Buongorno Angelo, io ho trovato molto interessanti gli Amarone di Terre di Leone, interessante realtà emergente che ho incontrato anche a Merano. Eccellente rapporto qualità prezzo lo dive riconoscere invece a Le Marognole, sempre in zona Marano, area vocata dell'eccellenza. infine, alti livelli sono stati riscontrati in Corte Sant'Alda, qui invece in zona Valpolicella estesa.
    Piccole realtà molto promettenti. Saranno famosi!

  • Angelo Peretti says:
    28 gennaio 2013 alle ore 10:31

    Buongiorno Manuel. Un paio dei tuoi suggerimenti li troverai compresi anche nelle mie selezioni che pubblicherò domani (i vini in bottiglia) e dopodomani (i vini in botte). Però, permettimi, Corte Sant'Alda non la puoi inserire tre le "piccole realtà promettenti", perché è da un paio di decenni ai vertici della produzione dell'est valpolicellese, strapremiata dalle guide: famosa lo è già da parecchio.

  • Anonimo says:
    28 gennaio 2013 alle ore 10:43

    Speriamo che la Cantina Sociale di Soave non decida di mettere in appassimento la percentuale di uve che già mettono in cassetta i produttori "avveduti" della Valpolicella, altrimenti il mercato andrà a gambe all'aria in un paio d'anni.
    Io Angelo un nome lo faccio di un Amarone che mi ha sorpreso, positivamente, Farina. Grande eleganza, profumi e complessità.
    Alberto Tonello

  • Angelo Peretti says:
    28 gennaio 2013 alle ore 10:53

    Ciao Alberto. Sì, mi avevi già parlato di Farina e - colpa mia - non ho ancora trovato modo di andare a fare una visita in azienda. Mi sarebbe piaciuto provare il loro Amarone, ma ho visto che non hanno partecipato all'Anteprima. Peccato. Spero di aver presto modo di assaggiarlo.

  • Anonimo says:
    28 gennaio 2013 alle ore 16:53

    Buonasera Angelo,
    non entro nel merito su chi e cosa mi è piaciuto,qualcosa si ,tanto altro così così.
    Parliamo però di un " bambino " che deve crescere ,mettere gli scarpini e fare tanta strada.
    Piuttosto ,nutro come lo scorso anno,grandi dubbi e perplessità sulla manifestazione.
    Vogliamo portare in alto un" miracolo " enologico con numeri e cifre da capogiro ed allora
    credo che gli operatori in primis,i giornalisti e tutti gli appassionati meritino altri e più ampi spazi.
    Mi metto nei panni di un produttore che avrà fatto fatica a parlare di aspetti economici e commerciali con
    i diretti competitor li a 2 ( ? ) metri.
    Si può fare di più...

    Un saluto

    Giorgione

  • Anonimo says:
    28 gennaio 2013 alle ore 19:13

    Capisco che sia imbarazzante suggerire solo Amarone non presenti all'Anteprima, ma anche un'altra conoscenza comune mi ha impressionato. Parlo di Coffele, una new entry della denominazione, se così vogliamo dire, ma ce ne fossero di "novità" del genere.
    Alberto Tonello

  • Anonimo says:
    29 gennaio 2013 alle ore 14:40

    Buon pomeriggio Angelo, concordo per la"moda" della triade alcol, tannino, dolcezza ma come in ogni ambito ognuno di noi ha le sue "preferenze".
    Negli assaggi fatti ho trovato questi tre "campioni" nettamente sovrastare la concorrenza:
    AMARONE DELLA VALPOLICELLA CLASSICO 2009 – STEFANO ACCORDINI
    AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2009 – ROCCOLO GRASSI
    AMARONE DELLA VALPOLICELLA CLASSICO 2009 – VALENTINA CUBI
    Cordialità Maurizio

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