[Angelo Peretti]
Non sarà certo io a dire che la salute della gente non va tutelata. Io che ho problemi con l'aglio e tutte le volte - o quasi - mi tocca litigare col ristoratore di turno quando gli spiego che nei piatti non deve esserci aglio e quello mi dice: ma non le piace? Oppure: ma noi l'aglio lo mettiamo in camicia e poi lo togliamo. O ancora: non usiamo aglio, preferiamo usare olio aromatizzato all'aglio. E altre simili amenità. Dunque, non sarà io a scagliarmi contro la pur astrusa nuova normativa europea che sancirà l'obbligo - credo oltre certe soglie, ma aspetto il testo del provvedimento - che sulle etichette del vino andrà specificato se per le chiarifiche siano stati utilizzati derivati del latte e delle uova. Però.
Però c'è modo e modo. Perché pare che il regolamento europeo - stando alla bozza che ho avuto per le mani - prevede che, così come si può scrivere alternativamente "contiene solfiti" oppure "contiene anidride solforosa", si debba specificare nel caso dell'albumina "contiene uovo", oppure "contiene proteina dell'uovo", oppure "contiene derivati dell'uovo", oppure "contiene lisozima da uovo", oppure "contiene ovoalbumima" e invece se si è usata caesina di debba scrivere "contiene latte", oppure "contiene derivati del latte", oppure "contiene caseina del latte", oppure "contiene proteina del latte". Il che non è per niente semplice ed ha anzi effetti - in certi casi - direi piuttosto esilaranti. Ma ancora più bizzari sono i logo che, volendo, il produttore può utilizzare in etichetta al posto delle diciture di cui sopra. Dunque, se ci sono soltanto i solfiti, si può mettere un bollo con sopra la scritta SO2, e fin qui passi. Se c'è l'abumina, ci vuole un bollo con sopra due uova, una in piedi e una sdraiata. Se c'è la caseina, nel bollo è disegnato un bricco di latte. E se ci sono tutti e tre si fa un bel miscuglio dentro nel bollo. Mah...


Buongiorno,
Non siamo ancora usciti vivi dalla diatriba dei solfiti, che dobbiamo iniziare a spiegare al consumatore la questione del latte e delle uova.
Il problema adesso comunicarlo al consumatore in maniera corretta da non allontanarlo.
E un bel bugiardino allegato alla bottiglia con le analisi all'imbottigliamento e gli additivi e coadiuvanti utilizzati.?
Claudia
Non temete! Non si vedranno molti ovetti e bricchetti sulle etichette. Il regolamento sugli allergeni si trascina tra varie proroghe da qualche anno. Nessun produttore desidera che a chi beve il suo vino sorgano disturbi. Si sono quindi messe a punto nel frattempo metodologie di chiarifica e stabilizzazione che non prevedono l'uso di allergeni. E c'è ancora chi alimenta dubbi sull'enologia scientifica...
...la salute va salvaguardata, ma anche il buon senso, speriamo che tra ovi e ovetti, bricchi e brichetti, in etichetta, non si perdano anche quei pochi bevitori virtuosi che continuano a comprare vino!
...mi verrebbe da suggerire un bel sacchettino di zucchero, allerta-diabete, per i vini dolci,.... no?
...evviva l'enologia scientifica!
Per fortuna stiamo andando avanti e magari presto non occorreranno nemmeno i loghi e loghetti, in etichetta, con l'allergene di turno!Chissà?
Prosit!