Le vigne al posto delle boscaglie

12 marzo 2013
[Angelo Peretti]
Proteggere l'ambiente è una sacrosanta necessità, essere protezionisti in senso assoluto, finendo col lasciare che il territorio si autodistrugga, questo non va bene. Nel Veneto c'era una norma che di fatto, pur basandosi sulla pia intenzione di salvaguardare i boschi, faceva sì che interi tratti di collina e di montagna abbandonati dai montanari nei decenni passati, quando la gente scendeva a valle verso le fabbriche per cercar lavoro, fuggendo da un'agricoltura di mera sussistenza, fossero lasciati a sé stessi, finendo per coprirsi di boscaglia ingestita e ingestibile: terre disastrosamente aperte agli incendi e al dissesto.
Dico "c'era" perché ho accolto positivamente la decisione che la Regione del Veneto ha assunto in occasione della votazione del bilancio regionale, a seguito d'un emendamento presentato - gliene va dato atto, anche se sono refrattario a parlar di politici e di cose della politica, ma le buone notizie sono buone notizie - dal consigliere Andrea Bassi. Con la nuova norma, più aperta della precedente, "andremo a recuperare ad area agricola - dice Bassi in un comunicato che ho ricevuto - tutte quelle zone finora considerate boschive da una vetusta legge regionale, ma che semplicemente recependo un decreto Monti possono essere piantumate e rivalutate dal punto di vista produttivo ed ambientale. La norma va a sanare un problema fondamentale per il mondo agricolo veneto, in particolare per le aree terrazzate vitivinicole della Valpolicella, del Garda, della Lessinia, della Pedemontana e del Prosecco”.
"Con la legge regionale vigente, che risaliva al 1978 - spiega ancora il consigliere veneto nel comunicato -, gli imprenditori già in possesso di diritti di impianto delle viti si vedevano bocciate le domande di piantumazione in area ex agricola attualmente abbandonata (e catalogata) a bosco. Questo rischiava di causare grossi danni non solo al settore vitivinicolo, una delle locomotive economiche del Veneto nonostante la crisi, ma anche all’ambiente: le zone boschive, da anni abbandonate, non arricchiscono certo il paesaggio collinare della nostra regione, anzi".
Ora la giunta regionale ha novanta giorni per "stabilire le modalità di definizione delle aree boschive ex agricole per ripristinarle a coltura, dando possibilità agli agricoltori di impiantare i vigneti dove oggi i terrazzamenti abbandonati sono da tempo 'degenerati' a bosco".
Vedremo come va: intanto, bene così.

7 commenti:

  • Anonimo says:
    13 marzo 2013 alle ore 20:50

    incommentabile

  • Angelo Peretti says:
    13 marzo 2013 alle ore 21:04

    Urca, allora non commentare

  • giordano says:
    14 marzo 2013 alle ore 12:32

    Le zone agricole collinari vengono abbandonate se non generano reddito.
    Tutte le considerazioni, seppur pertinenti, sono solo un contorno.
    Lo dice uno che coltiva vigneti in collina terrazzata.

  • Angelo Peretti says:
    14 marzo 2013 alle ore 20:53

    Giordano, hai ragione. Però anche impedire di operare a chi vuole investirci è sbagliato.

  • giordano says:
    15 marzo 2013 alle ore 07:51

    Assolutamente son con te caro Angelo ... chi opera in questi contesti, dovrebbe essere sostenuto e incentivato; prima di tutto perchè per produrre in queste zone sono necessarie maggiori risorse, ma anche perchè la fascia collinare è più a rischio rispetto ad altre zone proprio per la sua caratteristica orografica di collegamento tra montagna e pianura.
    Un territorio in generale, e la collina in particolare, dovrebbe essere gestita più coscientemente e divenire un intelligente investimento per il futuro e non solo per scongiurare, complice anche il cambiamento climatico, dissesti sempre più frequenti.

  • Anonimo says:
    18 marzo 2013 alle ore 12:36

    PER COMPLETEZZA, VA ANCHE DETTO CHE L’INIZIATIVA REGIONALE DEL CONSIGLIERE BASSI, ALTRO NON E’ CHE LA RATIFICA DEL DECRETO 5/2012 SULLE SEMPLIFICAZIONI. LA CELERITA’ DI CUI SI VANTA LA GIUNTA REGIONALE E’ DOVUTA ALL’OBBLIGO DI RECEPIRE IL DECRETO ROMANO ENTRO IL MESE DI APRILE.
    PIU’ CHE L’ASSESSORE MANZATO, BASSI E CERTI VITICOLTORI DEVONO RINGRAZIARE IL GOVERNO MONTI, DI CUI LA LEGA ERA FIERA OPPOSITRICE A ROMA.
    http://www.mauroagnoletti.com/pdf/DL_4940-Art.26-restauro-paesaggio-rurale-finale.pdf
    http://sisefeditor.org/2012/03/05/troppo-bosco/

  • F.C. says:
    20 marzo 2013 alle ore 10:44

    La notizia è ottima sotto più punti, non ultimo il concetto - spesso travisato - che rispettare l'ambiente non significa sempre lasciare che tutto vada come se l'uomo non ci fosse.
    La situazione mi ricorda la vicenda dell'Isola del Giglio, dove una legge simile a quella che in Veneto è stata appena superata vieta la coltivazione nei terrazzamenti abbandonati da più di dieci anni. In questo caso la scelta mi pare assurda per un motivo in più, ovvero il fatto che l'Isola va spopolandosi soprattutto di giovani proprio mentre i primi giovani gigliesi che si sono messi a produrre vino sull'isola stanno avendo ottimi risultati commerciali (vedi www.fontuccia.it). Poter coltivare, con tutte le difficoltà del caso, la vite su queste splendide terrazze potrebbe anche dare una nuova spinta alla vita dell'Isola ma, per ora, qui di togliere questo divieto permettendo il ripristino e la coltivazione dei terrazzamenti (che vanno sfaldandosi con la perdita di cultura, bellezza e sicurezza per tutti) non se ne parla.

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