Le strane alleanze di Verona per Carlin Petrini

19 dicembre 2013
[Angelo Peretti]
A volte, i dettagli sfuggono. Soprattutto se in primo piano c’è qualcosa di appariscente. Ora, il fatto che Carlin Petrini presenti un suo libro in pubblico non c’è dubbio che attragga l’attenzione molto di più dei marchietti degli sponsor dell’appuntamento. Però in certi casi anche dettagli come questo possono pesare. Per esempio, a Verona per la presentazione dell’ultimo libro di Carlin Petrini si è costituita una curiosa alleanza, e la si notava da un dettaglio, appunto. Sulla locandina compariva i marchietti seguenti. Primo, la Fivi, Federazione italiana vignaioli indipendenti, e ci sta che i vigneron siano al fianco del profeta del “buono, pulito e giusto”, che in qualche modo, almeno idealmente, ha ispirato la loro nascita (e che non dicano di no, perbacco!). Secondo, Slow Food Veneto, e ci mancherebbe altro che la struttura veneta del movimento della chiocciolina non si stringesse attorno al proprio padre fondatore. Terzo, le Famiglie dell’Amarone, e qui faccio un po’ più fatica a capire, ma indubbiamente il sodalizio è strapieno di produttori che devono molto a Slow Food, che insieme al Gambero Rosso ha fatto decollare il fenomeno amaronista con una sfilza di “tre bicchieri” tributati a molti di loro. Quarto – attenzione attenzione -, Vinitaly. E che ci azzecca la fiera veronese del vino?
Intendo, libera VeronaFiera e libero il management di Vinitaly di sponsorizzare o patrocinare chi vogliono, ma in genere quel marchietto viene concesso con una fatica che non ti dico. Che ci sia una qualche partnership della fiera scaligera con Slow Food è noto. Ma stavolta il marchietto è finito stampato nella promozione di un evento insieme con i logo della Fivi e delle Famiglie dell’Amarone, che nel contesto della produzione vinicola veronese hanno assunto posizioni che credo si possano definire abbastanza oltranziste: a Soave, lo statuto dei vignaioli indipendenti stabilisce che se tu produttore vuoi usare il marchietto della Fivi devi essere fuori dal Consorzio, in Valpolicella le Famiglie dell’Amarone hanno più volte espresso posizioni opposte e intransigenti rispetto alle determinazioni del Consorzio di tutela. Insomma, Verona è la capitale italiana del vino a denominazione, una vera e propria portaerei, e la fiera veronese del vino - il Vinitaly - ha dato il proprio marchio a un’iniziativa che ha visto come partner le realtà più avverse a chi rappresenta la gran parte della produzione veronese a denominazione.
Non ne traggo alcuna morale, perché questa non è una fiaba, e la morale sta solo in fondo alle fiabe. Dico solo che quello che ha caratterizzato la presentazione del libro di Carlin Petrini è un inedito accostamento di emblemi e di maniere di pensare il vino e il suo business. Spesse volte le bizzarrie non nascono per caso. Sono in vista nuovi equilibri dentro al mondo del vino veronese?


2 commenti:

  • Unknown says:
    21 dicembre 2013 alle ore 16:31

    Presto detto: Veronafiere si accinge a firmare l'accordo per il progetto e costruzione del padiglione Italia all'Expo con il Ministero delle Politiche Agricole, per il quale il governo stanzierà 5 milioni di euro con l'impegno del sottosegretario Giorgietti (il politico veronese dietro lobbies delle slot machines, per restare in tema di buono-pulito-giusto). Francamente non so come si fa a far coesistere Cemento, appalti, denari, espropri di terre, do ut des tra politici e imprenditori, con la Biodiversità, la sovranità alimentare, la mobilità dolce e slowfood…
    Sembra che per certi temi in europa e nel mondo esista solo la parola di Carlin Petrini. Mai nessuno del ministero che parli de "La Via Campesina", l’organizzazione internazionale che difende quotidianamente l’agricoltura contadina famigliare nel mondo con più di 160 organizzazioni in 79 Paesi e più di 200 milioni di contadini e contadine aderenti. Condivido in pieno l'impegno profuso da Slow Food e le tematiche perchè coincidono con quelle di ECVC, però trovo che il movimento di Carlin Petrini in questo caso predichi bene e razzoli molto male (ma questa è una mia personale opinione). Attilio Romagnoli

  • Andrea Verona says:
    22 dicembre 2013 alle ore 10:59

    Sono stato ad ascoltare Petrini e ho notato anch'io il "variegato" gruppo degli sponsor. Ma sono passate in secondo piano le contraddizioni che concordo esistessero. Credo che nessuno sia uscito da quella sala col pensiero rivolto a chi, come e perchè avesse organizzato l'evento. Credo che l'occasione di ascoltare una delle più belle voci, dei più bei pensieri e progetti che si possano ascoltare, abbia annebbiato tutto il resto. E che il suo movimento predichi bene e razzoli male, questo può esser vero, talvolta, ma succede purtroppo in ogni grande "famiglia" che i figli spendano male l'insegnamento dei padri ..... E una bella predica penso possa ricordarci di razzolare bene, noi, tutti, nel nostro quotidiano, almeno a me, questo effetto hanno fatto le parole di Carlin Petini

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