[Angelo Peretti]
Be', questa, mi dispiace, non posso proprio
evitare di raccontarla. Ometto i riferimenti alla zona e al
protagonista, ma credo sia ugualmente significativo per dire come vanno
talvolta le cose nel mondo dell'italica spumantistica. Qualche giorno
fa, appuntamento serale, come supporter un'azienda che fa vini con le
bolle in una delle zone italiane "vocate" (si dice così, no?) appunto
per le bolle.
Bene. Mi offrono un calice. Bevo. Ci sta. Mi
presentano il produttore (o almeno io ho capito fosse tale, ma forse ho
compreso male la presentazione). Due parole e poi, giusto per
conversare, chiedo: "Ma le uve da dove vengono?" Lui, quasi
scandalizzato: "Ma da xxx!" (xxx sta per la zona). Al che, io: "Sì,
ovvio, se è un xxx le uve vengono dalla zona del xxx, ma da quale parte
della zona del xxx? Il posto Tale non è la stessa cosa del posto
Talaltro" (in luogo di Tale e Talaltro immaginate due noti comuni
dell'area di produzione). Lui: "Le uve da noi sono tutte buone". Io:
"Ah, be', sì, capisco". Esatto: ho capito.
Buon anno nuovo Angelo. Mah, come giustamente preannunci tu, "almeno io ho capito fosse il produttore". Più che altro sarà stato il proprietario, che in vigna ci mette piede solo per accompagnare qualche cliente o "giornalista".
La scuola e la tecnologia poi aiutano a dare credenziali a questo atteggiamento, atteggiamento che muove il tutto in direzione alla non esistenza della parola terroir.
Gli hai chiesto se per caso era inscritto alla Coldiretti? Perché i Coldiretti hanno solo due frasi distintive: "da noi le uve sono tutte buone", "questa é la vendemmia del secolo". Ti ha detto la prima, perciò... :D
mepa
Complimenti sorrido al pensiero che abbiamo un nuovo Angelo, l'ha scritto Stefano.
Il sig. Tal dei Tali, deve essere di quei proprietari di vigneti, in quanto avere vigna e fare Bollicine fa " credenza". Tu sei stato troppo bonaccione, per è la stessa cosa di quel produttore di bollicine che produce Prosecco nelle ex risaie, e dice prosecco è.
Ciao buon Angelo buona continuazione.