Un Chiaretto Spumante unofficial

13 giugno 2012
[Angelo Peretti]
Oh, allora, diciamo che questa medaglietta me l'appunto un pochetto anche sul mio petto. Perché ad Alessio Bigagnoli di partecipare al Garage Wine Contest di TerroirVino gliel'avevo suggerito io un annetto fa, e lui ha partecipato e l'ha vinto: bravo. Alessio abita a Calmasino, sulle colline di Bardolino, e ha a che fare col mondo del vino perché fa il tecnico in un laboratorio di analisi. Ha una passionaccia per la vinificazione che prima o poi lo porterà - ne sono sicuro - a fare il produttore per davvero. Intanto produce dei vin de garage, e li fa bene: l'anno scorso avevo recensito il suo Oblivion, un buon passito rosso, o meglio, un Recioto proibito, perché fuori doc e perfino fuori dall'area della doc valpolicellese (le uve sono bardolinesi, perbacco!). Adesso a TerroirVino ha portato un altro vino "fuorilegge", ossia un Chiaretto metodo classico fatto con le uve del Bardolino, con l'unica eccezione che non è certificato per la doc (d'altra parte, ne fa così poco che certificarlo sarebbe un costo inutile). Insomma: corvina e rondinella, grosso modo, credo. E l'ha chiamato Aka, con un altro dei nomi strambi che Alessio usa dare ai suoi vini. Che poi il perché del nome lo spiega lui stesso sul suo blog Wine Chateau Garage: "Ah dimenticavo... il nome... AKA ovvero: also known as... meglio conosciuto come... chiaretto spumante..." Meglio conosciuto come Chiaretto spumante, perché, come dicevo prima, a rigor di legge non lo si può mica chiamare esattamente così.
Su Tigulliovino, Luca Risso, ideatore di questa competizione fra vini non in commercio, ha scritto che "quando uno spumante metodo classico di Bardolino chiaretto millesimo 2010 con sboccatura 2012 (14 mesi sui lieviti!!) come quello di Alessio Bigagnoli vien fuori così bene è difficile non entusiasmarsi". Urca, bene! Peccato che Alessio a me 'sto benedetto Chiaretto garagista non me l'ha mica fatto ancora assaggiare.

3 commenti:

  • Lizzy says:
    17 giugno 2012 alle ore 09:35

    Personalmente sono molto diffidente dei vin de garage, perchè in casa me ne arrivano di continuo, e finiscono tutti invariabilmente nel lavandino. Perciò non mi azzardo ad assaggiarne nemmeno uno, anche in contesti diversi. Però quando una commissione d'assaggio formata da assaggiatori navigati, esperti del settore e produttori celebri decreta che un certo vino è "entusismante", beh, allora posso fidarmi! Se ti capita di andare ad assaggiarlo dimmelo, che vengo anch'io.

  • Anonimo says:
    18 giugno 2012 alle ore 00:21

    Una curiosita: in questo articolo parli Di costi per ottenere la Doc, potresti dire dei numeri. Grazie

  • Angelo Peretti says:
    18 giugno 2012 alle ore 08:53

    I costi cui mi riferisco sono quelli della certificazione e variano a seconda dell'ente di certificazione autorizzato per ciascuna denominazione. Poi, vi può essere il costo di iscrizione al consorzio di tutela della denominazione (ma in questo caso la scelta è volontaria) e anche qui vi è una variabilità anche notevole fra le denominazioni. Si può ovviamente scegliere di non aderire al consorzio della propria denominazione, ma s tale consorzio ha a forte rappresentatività e chiede al ministero di gestire la promozione erga omnes della denominazione, le quote della promozione erga omes vanno pagate anche se si usa la denominazione senza essere soci del consorzio.

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