[Angelo Peretti]
L'altro ieri raccontavo dell'ironico e a tratti velenoso editoriale di Decanter di giugno nel quale Ch'ng Poh Tiong se la prendeva con l'assurda consuetudine di far promozione al vino italiano in Cina abinandolo al cibo italiano. In una colonnina della stessa pagina, il giornalista asiatico proponeva un paio di abbinamenti fra vini italiani e cucina asiatiche. E per chi sia un inguaribile conservatore e un bevitore convenzionale, uno di quegli abbinamenti può sembrare bizzarro: un dolce Recioto della Valpolicella (in questo caso quello di Monte Zovo), con un paio di ricette di pollo cucinato all'asiatica, ma anche con altri piatti leggermente a base di curry o di spezie, a patto che non ci siano - o ce ne siano pochissime quantità - latte di cocco o salsa di arachidi. Sorprendente, no? Soprattutto per chi - ed è la quasi totalità - pensa che i nostri vini dolci debbano starsene per forza a fine pasto.
Il caso vuole che lo stesso giorno in cui ho letto l'articolo di Ch'ng Poh Tiong mi sia fermato a prendere l'aperitivo al Giardino delle Esperidi di Bardolino, eletto ormai a mio rifugio anti depressivo, e che Susy mi abbia raccontato (non le avevo detto niente dell'editoriale) di una coppia che il giorno prima aveva cenato da lei. "Non si metta a ridere - le aveva detto la signora - ma noi a cena vorremmo bere del Recioto della Valpolicella". Susy, che è di larghe vedute in fatto di vini (ha una carta magnifica e un'entusiasmante offerta a bicchiere), non solo non si è messa a ridere, ma ha anzi consigliato un Recioto che per la sua freschezza sta benissimo in tavola, a tutta cena (è quello di Fattoria Garbole). E in più ha proposto l'abbinamento regionale in assoluto migliore: soppressa fresca e Recioto della Valpolicella, roba da applauso, credetemi.
Già, perché mai non potremmo portare in tavola a tutto pasto il pur dolce (ma speziato e fresco e anche tannico) Recioto della Valpolicella? Che è poi il vero, grande vino della Valpolicella, l'antenato dell'Amarone. Ecco, noi viviamo di preconcetti e di pregiudizi, e dunque il vino dolce lo mettiamo solo a fine pasto, e magari qualche ristoratore (solo qualcuno?) si mette a ridere se una coppia domanda il Recioto con la cena. E se provassimo ad aprire la mente e pensare che il vino è vino e dunque sta col cibo? In Asia i nostri preconcetti non li hanno, e dunque viva il pollo col Recioto. E - ascoltatemi - se capitate in certe trattorie del veronese dove servano la lepre in salmì, be', non perdete l'occasione di un altro grande matrimonio col rosso Recioto valpolicellese.
Toh guarda! aver potuto, avremmo invitato il cinese alla nostra serata reciotesca. Dove abbiamo stappato 10 bottiglie di Recioto di 6 differenti tipologie. In quel caso il ristoratore ha fatto un po' di acrobazie, perchè abbinare tanti Recioto diversi dall'antipasto al dolce non era facilissimo. Ma c'è riuscito, e con esiti clamorosamente centrati. Ricordo ancora il crostino di formaggio caprino e la gelatina di ciliegie abbinato al Recioto spumante della Cantina di Negrar! Per non parlare degli amaretti pastellati, e del filetto di arista con le prugne... Insomma, pasteggiare a Recioto della Valpolicella si può, e in certi casi (culture, cucine) si deve, anzi. Cosa che io sostengo da sempre. Chissà che, a sentirselo dire da qualche autorevole voce estera, non entri meglio nella testa anche ai nostri, il fatto che il vino italiano deve affrontare la sfida dell'inculturazione, se vuole avere qualche chance...
Perfettamente d'accordo
L'anno scorso a Vinexpo abbiamo partecipato ad una degustazione con 6 grand cru classé di sauternes e 6 piatti della cucina cinese, e devo dire che con i cibi speziati e agrodolci gli abbinamenti erano azzeccati. Solo una cosa secondo me continua a non starci col vino: il piccante (a meno che non sia moooolto leggero); e anche con i sauternes, non c'è storia, l'alcol e l'acidità amplificano il piccante e non c'è residuo zuccherino che tenga.
PS: la soPressa è con una P sola, se lo scopre qualche veneto sono dolori...
Andrea, è vero, con la speziatura sopra le righe mettere un vino è un problema, perchè l'alcol cozza e la dolcezza non lo compensa. Proverei però con un vino molto morbido e poco alcolico, come un Moscato d'Asti o un Auslese o uno Spätlese della Mosella o un Goldmuskateller tedesco.
Per la soppressa, vedi, io sono un veneto che parla quotidianamente la lingua dei veneti e come tale rifiuto categoricamente quell'aberrazione linguistica che è il neologismo sopressa con una p e due s. Le lingue venete non conoscono la doppia. Dunque, se parlo veneto devo usare una p e una s, una sola. Se italianizzo il vocabolo, devo farlo in tutto e per tutto, e dunque due p e due s. Non metà e metà.
...per esperienza personale, di testimoni ne annovero tanti e in tempi non sospetti,i vini dolci o semidolci li ho accostati spesso alle pietanze salate e speziate e con ottimi risultati, anche senza scomodare la cucina cinese!
prosit!
gustologo since 1979
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