Colfòndo in 25 assaggi e 100 battute

19 luglio 2012
[Mauro Pasquali]
Ora, che io non ami i Prosecchi in genere è cosa risaputa, almeno dalla mia cerchia di amici. Che però il Prosecco non possa essere ignorato è altrettanto vero: troppo importante dal punto di vista enologico e commerciale. Col Prosecco, volenti o nolenti, occorre fare i conti. Giocando sul filo dell’allitterazione, da “Col prosecco” a “Colfòndo” il passo è breve: forse il modo migliore di assaggiare e valutare questo vino, troppo spesso disturbato (non oso dire rovinato) dal metodo Martinotti e da dolcezze che lo appiattiscono e lo uniformano.
Colfòndo è bella invenzione linguistica di Stefano Caffarri e identifica il Prosecco come tradizionalmente è bevuto nella zona di produzione (intendo quella classica, ristretta a quelle che oggi sono le due docg di Conegliano e Valdobbiadene e di Asolo e pochi altri territori intorno): rifermentato in bottiglia e con i suoi lieviti tutti intatti e, così vuole la tradizione, scossi prima di essere servito, in una sorta di remuage.
L’occasione è interessante: 25 Colfòndo, tutti dell’ultima annata, di piccoli, medi e grandi (dal punto di vista numerico) produttori in assaggio alla cieca, per capire più che un metodo, una filosofia produttiva, pur se, in taluni casi, il dubbio viene: dov’è il confine fra filosofia produttiva e strategia commerciale? Il Prosecco Colfòndo, pur con numeri non paragonabili a quelli del Prosecco metodo Martinotti, commercialmente tira e molte cantine si sono lanciate in questa nicchia forse più per questioni di mercato che per convinzione.
Comunque sia, probabilmente è stata la più importante degustazione di Colfòndo fatta e probabilmente la più numerosa. Luci e ombre, con qualche piacevole sorpresa e qualche delusione. La racconto velocemente: non più di 100 battute per vino, spesso meno, tralasciando le note comuni a tutti (che si sentano i lieviti è quasi naturale, almeno mi auguro) e scrivendo solo di quelli che mi hanno colpito positivamente e per i quali inserisco i faccini. Infine un ringraziamento particolare a Maria Grazia Melegari (@soavemente), che si è spesa per recuperare e alle volte non è stato facile, le bottiglie per la degustazione.
Valdellövo - Bade - Note di crosta di pane, fiori e frutta a polpa bianca, leggera mandorla nel piacevole finale.
2 faccini :-) :-)
Bellenda - Radicale - Naso di fiori bianchi, pesca, mela gialla; buona persistenza in bocca.
1 faccino :-)
Bele Casel - Colfòndo - Agrumi inizialmente, note ossidative in aumento poi un che di terroso e infine sapido.
1 faccino :-)
Caneva da Nani - Prosecco Col Fondo - Agrumi maturi. Un che di dolcino quasi caramelloso, comunque piacevole.
2 faccini :-) :-)
Miotto Valter - Pro-fondo - Crosta di pane, frutto e bella nota amarognola finale. Buona sapidità.
2 faccini :-) :-)
Costadilà - 280 slm - Bocca morbida e croccante con discreta mineralità e finale amarognolo.
1 faccino :-)
Gatti Lorenzo - Prosecco Surlìe - Bollicina grossolana, lime e pera ma senza slancio con finale amarognolo.
1 faccino :-)
Bellenda - Metodo Rurale - Asciutto e secco, manca di slancio e chiude senza entusiasmare.
1 faccino :-)
Ferronato Fratelli - Prosecco Frizzante Rifermentazione in Bottiglia - Citrino, sapido e con bella pulizia in bocca. Chiude sapido e piacevolmente amarognolo.
2 faccini :-) :-)
Brustolin Nico - Nicos col Fondo - Contrastante: profumi di pera e bocca agrumata: in ogni caso piacevole.
2 faccini :-) :-)
Malibran - Sottoriva - Uno dei due che mi sono piaciuti di più: frutta matura e crosta di pane, bella complessità con finale intenso e piacevole.
3 faccini :-) :-) :-)
Romolo Follador - Térmen Col Fondo - Fiori che evolvono nella frutta bianca matura con buona sapidità e lunghezza.
2 faccini :-) :-)   
Gregoletto - Sur Lie Prosecco Frizzante - Fresco e fruttato, evolve rapidamente in frutta bianca matura, piacevolmente sapido e lungo.
2 faccini :-) :-)   
Adami Abele - Val Divina Tradizione - Ecco l’altra sorpresa positiva: naso di gelsomino, bocca sapida e piacevole con buona lunghezza.
3 faccini :-) :-) :-)
Casa Coste Piane - Frizzante… Naturalmente Brichet - Elegante e tipico con piacevole beva anche se non entusiasmante.
1 faccino :-)   
Bival - Termen - Buon equilibrio con naso citrino e grande freschezza. Piacevole e pulito nel finale.
2 faccini :-) :-)   
Valdellövo - Nonfiltrato - Bel naso intenso e profumato di fiori, bocca di buona acidità e armonica.
2 faccini :-) :-)   
Casa Coste Piane - Frizzante… Naturalmente Prosecco - Sentori di pepe e pera, molto floreale con piacevole gusto pulito e sapido.
2 faccini :-) :-)   
Ruge di Ruggero Ruggeri - L'essenziale Còlfondo - Naso inizialmente sporco ma che gradualmente si apre a note complesse di fiori e crosta di pane.
2 faccini :-) :-)
Bortolin Bruno - Ca' Morlin -  Non pulitissimo al naso ma complessivamente piacevole con note caratteristiche e fresche.
1 faccino :-)   
Miotto Andrea - Fondo Le Piovine - Anche in questo caso naso non pulitissimo all’inizio ma in evoluzione positiva, piacevole e tipica beva.
2 faccini :-) :-)   

6 commenti:

  • michele malavasi says:
    19 luglio 2012 alle ore 15:49

    Ho letto con molto interesse il post in quanto sto approfondendo con molta soddisfazione da qualche mese il mondo del colfondo/ sur lie/ rifermentazione in bottiglia senza sboccatura applicato anche ad altre uve. Ad esempio da noi nel modenese si applica da tanti anni per il lambrusco e si chiama rifermentazione ancestrale.
    Porto al post due considerazioni:
    1) più approfondisco il mondo del vino sia con il corso AIS e quindi instituzionalmente sia partecipando a fiere, degustazioni, lettura guide e blog, più sono convinto che il giudizio al vino e la sua piacevolezza è assolutamente soggettivo ( meno male aggiungo)e in
    quest' articolo c'è un esempio indiretto.
    Mi spiego , nel giro di 2/3 settimane su questo blog due degustatori professionisti quali Mario Plazio e Mauro Pasquali hanno valutato il medesimo vino uno dandogli 3 faccini e l' altro con 1 faccino.
    È il vino....bellezza
    2) Ammetto di essere assolutamente orientato al vino che non ha un ....nome, lo chiamano vero/ naturale e in tanti altri modi e mi ha fatto molto riflettere una considerazione sulla tipologia colfondo che a Villa Favorita mi ha spiegato l' ottimo Maurizio Donati colfondista naturale zona Asolo.
    Mi spiegava che il confondo fatto con trattamenti pesanti in vigna e in cantina è ancora meno salubre di un vino fermo identico in quanto , spero di ricordarmi bene e di aver ben capito, i lieviti rimasti che creano appunto il col fondo assorbono tutta la chimica utilizzata che va a finire così bevendola nel nostro organismo.
    Via al dibattito
    Mi scuso per la lunghezza
    Michele Malavasi

  • Angelo Peretti says:
    19 luglio 2012 alle ore 16:12

    Grazie della testimonianza, Michele, e anche dell'interrogativo che poni, cui non so dare risposta. Detto questo, concordo assolutamente con te sulla soggettività di giudizio sul vino: se il vino non lo si godesse soggettivamente sarebbe qualche cosa di sterile, di morto. Viva la soggettività, come m'impegno a cercare di dimostrare su quest'InternetGourmet.

  • Anonimo says:
    20 luglio 2012 alle ore 09:20

    Onestamente anch'io, come Angelo, non so se i lieviti assorbono la chimica utilizzata e ce la ripropongono tal quale: cercherò di approfondire.
    Quello che per certo so e in questo ti dò perfettamente ragione, è che il giudizio sul vino è esclusivamente soggettivo. Con Mario Plazio abbiamo avuto diverse occasioni di degustare assieme e ti assicuro che i giudizi non sempre erano concordi.
    Quanto al lambrusco ancestrale: perché no? Sarebbe bello una degustazione comparata come quella fatta per i prosecchi sur lei.
    Per inciso la degustazione del Colfondo ha visto la presenza di nove partecipanti. I giudizi riportati nell'articolo sono i miei anche se si discostavano veramente di pochi punti dalla media dei giudizi attribuiti

    Mauro Pasquali

  • michele malavasi says:
    20 luglio 2012 alle ore 13:27

    Mauro grazie per la risposta, e ci tengo a precisare che la mia non era assolutamente una critica o " giudizio" sui giudizi espressi, non mi permetterei mai, ho troppi crostini ancora da mangiare... era solo un discorso ad ampio raggio sulla soggettività della piacevolezza del vino.
    Per quanto riguarda il discorso chimica/ lieviti ho chiesto a Maurizio di Casa Belfi se vuole intervenire e dare il suo contributo.
    Se si volesse fare una degustazione sui nostri lambruschi ancestrali rifermentati in bottiglia , do la mia massima disponibilità a fornire perlomeno consigli sulle migliori espressioni di questa tipologia ampia perchè spazia dal mantovano( viadanese), ai parmigiani( maestri), ai tre modenesi( salamino, sorbara, grasparossa) fino ai reggiani( solitamente uvaggi).
    Michele Malavasi

  • Vittorio Vezzola says:
    21 luglio 2012 alle ore 16:25

    I prosecco col fondo non incontrano proprio il mio gusto. Quando li ho assaggiati per la prima volta mi son detto: "Ecco perché avevano smesso di produrlo in questo modo".

  • Anonimo says:
    30 luglio 2012 alle ore 21:41

    Leggo aoltanto ora, Mauro e ti ringrazio per questo resoconto. Mi rende felice sapere che quest'esperienza ti sia piaciuta, visto che durante la degustazione mi sebrava che così non fosse...
    Alla prossima! E comunque io avrei inserito anche quelli che non ti sono apparsi molto convincenti..., ma forse i mancanti non ti sono proprio piaciuti!
    M. Grazia

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