[Angelo Peretti]
Domando: cosa s'intende per fondovalle? Magari sbaglio, ma suppongo che parte della bagarre di questi giorni sulla modifica del disciplinare di produzione dei vini della Valpolicella - che ha visto contrapporsi il Consorzio, le Famiglie dell'Amarone e i Vignaioli indipendenti della Fivi, tutti usciti con loro comunicati stampa prima o dopo l'Assemblea dei soci dello scorso 10 maggio - risieda in questa benedetta parolina: fondovalle. L'articolo 4, secondo comma, del disciplinare dell'Amarone dice (o post Assemblea devo scrivere "diceva"?) infatti così: "Sono da escludere, in ogni caso, ai fini dell’idoneità alla produzione dei vini i vigneti impiantati su terreni freschi, situati in pianura o nei fondovalle". Ora, cosa sia la pianura è discretamente chiaro: la pianura è piana. Ma il fondovalle? Il fondovalle può anche essere piuttosto elevato come quota, e dunque perché considerarlo inadatto a coltivarci vigne?
Dice l'Enciclopedia Treccani che il fondovalle è la "parte più depressa di un'incisione valliva lungo tutta la sua estensione longitudinale". Ora, nelle terre del Valpolicella, dove le valli sono spesso piccole e ripide, può capitare che il fondovalle sia anche ad altitudine abbastanza alta. Ergo, è un bel grattacapo sapere se lì sia possibile o no coltivarci le vigne per l'Amarone, stando alla (vecchia?) definizione del disciplinare.
Ora, non so se ed eventualmente come il dubbio l'abbiano risolto in Assemblea: non ho il testo del disciplinare modificato e il comunicato stampa del Consorzio di tutela dice solo che "sono state sottoposte al vaglio dell'Assemblea alcune modifiche ai disciplinari di produzione delle denominazioni, nell'ottica di tutelare la qualità del vino, salvaguardando la capacità produttiva dei viticoltori".
Tuttavia, proprio in vista dell'Assemblea del 10 maggio, l'associazione delle Famiglie dell'Amarone con un comunicato aveva chiamato all'appello "tutti, a partire dai produttori di collina che hanno a cuore le sorti dell’Amarone" per "scongiurare le modifiche capestro al disciplinare di produzione", tra le quali veniva citata la "eliminazione del limite alla doc per i vigneti impiantati in terreni freschi e di fondovalle".
Anche la sezione valpolicellese della Fivi è uscita con un comunicato che dice che sulla questione l'associazione "si è espressa per un rinvio della votazione", domandando anche di "ridiscutere quanto prima" un'altra variazione del disciplinare che riguarda le scelte di cantina relative al Ripasso. La Fivi della Valpolicella, poi, asupica che "il presidente Christian Marchesini mantenga l’impegno preso a far sì che presto si realizzi un tavolo di incontro fra tutte le realtà che compongono la filiera".
Quella del tavolo mi pare un'idea interessante: confrontarsi fa sempre bene. Conoscendolo - e devo aggiungere anche apprezzandolo -, non credo che quest'idea sia lontana dalla volontà del presidente del Consorzio valpolicellese. Vedremo dunque che cosa uscirà dalle prossime puntate.
Lei dice: "cosa s'intende per fondovalle? Magari sbaglio, ma suppongo che parte della bagarre di questi giorni sulla modifica del disciplinare di produzione dei vini della Valpolicella - che ha visto contrapporsi il Consorzio, le Famiglie dell'Amarone e i Vignaioli indipendenti della Fivi, tutti usciti con loro comunicati stampa prima o dopo l'Assemblea dei soci dello scorso 10 maggio - risieda in questa benedetta parolina: fondovalle".
Quando parla di fondo valle altimetricamente alta,Lei dice:" Ergo, è un bel grattacapo sapere se lì sia possibile o no coltivarci le vigne per l'Amarone, stando alla (vecchia?) definizione del disciplinare."
Mi rivolgo a Lei per dire ai Suoi lettori (e io sono uno di quelli anche se non ho mai scritto) nel fondovalle, che sia altimetricamente alto o basso, passa l'acqua che tutta la vallata raccoglie dalle due alture in cui essa si trova ed è racchiusa.
Ha ragione di dubitare di sbagliare, perchè sbaglia.
Non è però colpa Sua ma di quelli che hanno dato informazioni ed interpretazioni FALSE.
Poichè in base all'articolo del disciplinare, che ha correttamente riportato, la discriminante non è il fondo valle o l'altopiano in cui in valpolicella viene coltivata la vite, (che alcuni chiamano pianura, come se fossimo a Villafranca o a Rovigo per non dire a Mantova) ma LA FRESCHEZZA DEL TERRENO e quindi la sua permeabilità all'acqua, ecco che non ha importanza dove si trova il fondo valle ma conta la capacità di quel terreno di drenare.
Lo stesso concetto vale anche i vigneti impiantati sull'altopiano (che le birbe, dell'amarone d'arte o i vignaioli dipendenti dal reddito chiamano pianura) la discriminante non è - o meglio non era - la pianura ma la freschezza del terreno.
Di fatto non si può dire pianura no, fondovale si se ci sono io, ma collina certo, senza tenere presente la permeabilità di quel terreno dove si vuole intervenire per togliere non solo un diritto acquisito, ma anche il fatto che è da anni che l'uva messa a riposo trasformata poi in amarone viene regolarmente certificata dapprima chele birbe dell'amarone d'arte si accorgessero che sta calando il loro reddito.
Voglio dire a tutti che certe richieste volte a tagliare fuori gli altri dal mercato senza un minimo di fondamento giuridico, ma addirittura dando informazioni distorte e tendenziose solo perché ti alzi alla mattina pieno di pippe mentali non può trovare accoglimento, per una questione di legalità, anche se certi mister si credono di essere come il silvietto d'italia.
Perin Antonio
Stò pensando ad una chiacchierata fatta con Romano Dal Forno, in cui diceva che dove ha i suoi vigneti praticamente sul progno della Val d'Illasi, anche se a circa 250 metri s.l.m., si è sempre coltivata uva mentre nelle colline circostanti no. Ovvero cosa s'intende esattamente per fondovalle.'
Caro Sig. Perin, invece di concentrarsi sul discorso collina, fondo valle , pianura, terreni freschi, dovrebbe guardare a mio avviso cosa è stato votato ( perchè Lei non mi sembra si sia opposto, non l'ho vista in piedi a far trascrivere il suo nome sugli oppositori)in merito al disciplinare del Ripasso. Ex art 5 ora art 3 , legittima il consorzio a decidere un declassamento d'ufficio dell'amarone appena prodotto o comunque atto , a valpolicella ripasso
nella misura del 15%. Inaudito!forse dovrebbe dar retta ai vignaioli che sono tra i pochi ad aver capito e posto un'interrogazione su questo punto!Vale a dire che serve la vinacciao per fare il ripasso, ma se c'è troppo amarone manca il vino da ripassare. e allora? declassiamo l'amarone d'ufficio danneggiando le piccole aziende che lo fanno buono e lo hanno già venduto.
Sveglia!
Non entro in merito ad una discussione che non mi compete.
Certo che il personaggio che chiude con un "sveglia!" se si firmasse farebbe più bella figura e sarebbe più autorevole e credibile. Con un commento senza firma, io non lo considererei.
caro Stefano, il personaggio non si firma, però ha capito tutto! Quei 4 grossi che tirano le redini del consorzio hanno fatto in modo che venisse fuori un casino tra pianura e collina e poi di soppiatto hanno approvato quest'articolo che è una gran bella trovata per fare più ripasso, declassando d'ufficio l'amarone, e ripeto d'ufficio! Quindi prendetelo in considerazione perchè ha tutte le ragioni, ciao Pier Paolo Antolini
Angelo, un altro tavolo?? non gli è bastato il fallimento del primo? permettimi di essere pessimista...
Certo che in Valpolicella sono dei fenomeni: fanno il diavolo a quattro per aumentare a dismisura la produzione di Amarone ("abbiamo ampi margini di crescita sui mercati esteri"!) per avere la possibilità di declassarlo a Ripasso! Vedo e prevedo che non ci vorrà molto perchè il giocattolo si rompi... a tutto svantaggio dell'Amarone, s'intende! (cannibalizzato dal Ripasso)
Credo che le questioni siano due, ben distinte l'una dall'altra, anche se entrambe di potenziale considerevole impatto reddituale per la filiera valpolicellese. Da una parte c'è la questione dei vigneti idonei a dare uve per l'Amarone, dall'altra quella dell'eventuale "miglioramento" del Ripasso tramite una percentuale di Amarone. Ovviamente, non avendo ancora potuto leggere le modifiche al disciplinare, non sono in grado di valutarle. Ricordo, tuttavia, che le attuali (nuove) disposizioni di legge attribuiscono ai Consorzi di tutela il ruolo della regolazione del mercato, e le misure ricordate hanno stretta interconnessione con tale ruolo. Per evitare che tali misure possano produrre danni a parte della filiera occorre, a mio avviso, continuare, senza lesinare impegno e senza scoraggiarsi mai, nell'opera di concertazione: brutto termine, che, se vogliamo, possiamo sostituire con "tavolo", peraltro altrettanto brutto. Non c'è altra soluzione, ritengo, che quella di ascoltare e ascoltarsi.
Sul sito internet del Sole 24 Ore leggo così: "Altri importanti provvedimenti sono stati adottati per regolare la produzione. Fra questi la possibilità per il Consorzio, in presenza di una forte offerta di mercato, di declassare fino a un 15% della produzione di Amarone a Ripasso della Valpolicella, di modificare il rapporto aziendale fra produzione di Amarone e quella di Ripasso (riducendo cioè il primo) e infine di ritardare (fino a sei mesi) il debutto sul mercato delle nuove annate di Amarone". Come detto sopra, attendo di leggere il testo del disciplinare modificato, ma noto che il Sole 24 Ore (il pezzo è di Giorgio Dell'Orefice) usa questa definizione: "regolare la produzione". È su questo che occorre riflettere. E concertare.
Non ero presente all'assemblea,ho letto l'articolo di Angelo Peretti e i comunicati stampa delle familie, le quali hanno 2 loro membri a sua volta membri del CdA del CTV E QUINDI SAPEVANO COSA SI SAREBBE VOTATO IN ASSEMBLEA, MA NEI LORO COMUNICATI STAMPA NON HO LETTO ALTRO CHE DI DECLARATORIA FONDOVALLE PIANURA, forse sarò stato distratto.
E' mia intenzione come in passato chiedere copia del verbale dell'assemblea, poi quello che decido di fare lo decido io per me, ed in caso lo decida assieme ad altri lo decidiamo assieme.
Perin Antoinio
Tante volte mi sono chiesto se l'Amarone non sia prodotto allo scopo di fornir materia prima (vinacce) per fare il Ripasso.....
Max Perbellini
a forza di tavoli di concertazione, promesse e intenti di garanzie di qualità ho imparato ad essere un po' maliziosetto.
attualmente la cernita consentita per le uve da Amarone è del 50% collina, pedecollina, fondovalle, nei progni..dappertutto...tanto l'hanno sempre fatto...va beh. Ora le cantine "top", (famiglie o non famiglie, FIVI o non FIVI) diciamo quelle che l'amarone l'hanno fatto diventare un nome importante, famoso e rispettato che guarda a caso puntano sulla collina, credo che questo 50% di uve destinate all'amarone lo usino proprio tutto. ci sono invece dei grandi produttori (sociali & co) che stanno sfruttando neanche il 30% delle uve da mettere a riposo e quindi hanno in mano un potenziale di crescita spaventoso.
il punto che mi fa tremare è che si sente già parlare di una limitazione della cernita per limitare la produzione se il mercato non tirasse a sufficienza. si dice di portare la cernita al 40%.
Le conseguenze di un azione di questo tipo sarebbero devastanti: in poche parole una modifica del genere porterebbe aziende come Quintarelli, dal Forno, Allegrini, Bertani, ma anche Begali, Zyme, Speri ,e pensate a un Amarone buono o considerato di qualità e mettetelo nella lista, a produrre meno bottiglie di Amarone, forse qualche centinaio di migliaia di bott. (si passa dal 50% di cernita al 40% quindi per questi sarebbe un 20% di prodotto amarone in meno). Nel contempo le altre grandi cantine (soprattutto numeri e pianura) quelli a cui va bene anche il fondovalle e quelli che per vincere a una votazione basta essere in 3 possono passere tranquillamente dal 30% di cernita al 40% producendo milioni di bott. in più. In sintesi si limiterebbe la produzione di Amarone di alta gamma, alto prezzo e grande nome per fare qualche milione di bottiglie in più di Amarone cheap o "per tutti" come l'ha definito qualcuno. La divisione tra collina, pedecollina e pianura servirebbe proprio a questo...che se c'è da tagliare qualcosa in futuro...che si tagli davvero e si tagli per tutti. a me questo sembra tanto un cartello.
io sull'epitaffio dell'Amarone...e prepariamoci a farlo...ci scriverei "era un vino buono".
Riflessione interessante. Tuttavia, ritengo vi sia una qualche contraddizione interna. Si dice che l'eventuale riduzione della cernita potrebbe essere decisa "se il mercato non tirasse a sufficienza", e quindi esercitando il ruolo del Consorzio di ente regolatore del mercato. In tal caso, si specifica, un'eventuale riduzione della cernita dal 50 al 40% si ripercuoterebbe sui piccoli produttori - con un dano di qualche centinaio di migliaia di bottiglie -, mentre i grandi potrebbero addirittura aumentare la produzione salendo dall'attuale 30% al nuovo teto del 40%, con un incremento potenziale di bottiglie. Pur non essendo un esperto in materia giuridica applicata al mondo vinicolo, penso che la contraddizione stia proprio qui: fatico a ritenere applicabile un intervento regolatore che, mirando a ridurre o contingentare l'offerta, possa consentire a qualche attore della filiera di incrementarla. Certo, la mia opinione non è una garanzia per nessuno, ma francamente ritengo che, in caso si verificasse quanto ipotizzato sopra, un banale ricorso di uno solo dei produttori potrebbe inficiare la decisione assunta.
purtroppo è già successo e la riduzione al 40 % è già una realtà molto vicina
inoltre questo tipo di politica porterebbe allo svilimento del prodotto amarone con produzioni più alte ma a prezzi più bassi.
con conseguente diminuzione dei prezzi su tutta la filiera.
anche quel 15% che può passare a ripasso fa parte di questo processo. sembra dire: producete tutto l'amarone che potete, poi se non lo vendete anche a prezzi un po' più bassi di ora ( questo lo dico io) lo potete sempre mettere nel ripasso...follie.
invece di formare i produttori li si accompagna mano nella mano verso il baratro.
Perin Antoinio dice :"[...] E QUINDI (le famiglie) SAPEVANO COSA SI SAREBBE VOTATO IN ASSEMBLEA, MA NEI LORO COMUNICATI STAMPA NON HO LETTO ALTRO CHE DI DECLARATORIA FONDOVALLE PIANURA, forse sarò stato distratto."
Sai perchè l'Ex art 5 ora art 3 (deeclassamento d'ufficio del'amarone a ripasso) non era nè nel CS delle famiglie nè della FIVI? Semplice il CDA del consorzio ha deciso di inserire questo nuovo articolo durante CDA della sera di Lunedì 6 maggio. Della discussione di questo articolo non ne sapeva NIENTE nessuno (o quasi).
Marcello Vaona
Be', sono contento. Sono contento perché vedo che tra i produttori della Valpolicella c'è chi partecipa pubblicamente al dibattito anche su quest'InternetGourmet mettendoci la firma, nome e cognome. Grande segno di maturità del mondo dei vigneron valpolicellesi. Avanti!
Si vede proprio Marcello Vaona che non conosci la normativa.... e che sei a digiuno pur essendo produttore. E' stabilito con legge regionale che gli Enti costituiti ovvero i consorzi di tutela possano "avvisare" la Regione della volontà di interventi di equilibrio di mercato.
Peccato che tu non sai, visto quello che scrivi, che "l'Avviso" viene inviato alla regione previo confronto tavolo tecnico e associazioni di categoria.
Informati prima di parlare. Quindi non è assolutamente vero che nessuno sapeva niente....si sapeva eccome altro che...!!!!!
Ovviamente parlavo come socio del Consorzio. Evidentemente noi soci dobbiamo essere avvisati di queste variazioni in modo diverso rispetto agli enti preposti al controllo: ovviamente!!!
Ecco come ci avevano presentato la modifica. A noi soci: ovviamente!
“VALPOLICELLA RIPASSO” [..]Ex Art. 5 comma 10 ora Art. 3 comma 8: viene inserita la possibilità di modulare l’aggiunta migliorativa per riclassificazione di vino atto a divenire Amarone della Valpolicella in una percentuale variabile fino alla misura massima del 15%.[...]
Manca la parte relativa a chi decide di fare questo, non ti pare? Messa così sembra una decisione volontariamente assunta dall'azienda.
Marcello Vaona
supporto Marcello! le normativa e le leggi sono una cosa, quello che spesso si fa a volte non coincide.
Per esempio una lettera mandata a tutti i soci del consorzio dove si parlava di come le famiglie volessero deprezzare il valore dei vigneti della Valpolicella, toccare i viticoltori sul denaro è opera furba...soprattutto se si tralasciano i particolari. Visione discutibile...ma va beh..il problema è che questa lettera è stata spedita a tutti tranne che alle 10 famiglie facenti parte sia del Consorzio che delle famiglie d.A. Non sono esperto in materia ma penso che una comunicazione ufficiale ai soci con argomento un assemblea del genere deve essere mandata per legge a tutti i soci paganti.
Per non parlare poi del sermone di Sicuria (organismo esterno al Consorzio, ma pagato dal consorzio) durante l'assemblea...ma non doveva essere a porte chiuse? e se la FIVI avesse portato a parlare che ne so ...Attilio Scienza e il Dott. Gaeta, l'avrebbero fatto parlare? l'avrebbero fatto entrare?
Di sicuro il problema non sussiste perchè è stato chiamato a parlare (in gran segreto) solo chi parlava come doveva parlare.
sentir parlare di normative mi fa venir la pelledoca.
sarebbe sufficiente confrontarsi in maniera civile e condividere dei pensieri piuttosto che far le cose con sotterfugi e furbizie che durano 3 giorni.
16/05/13 COMMENTO 1)
Invio il commento in 2 volte per eccesso di caratteri.
Egr. ANONIMO 14/05/2013 10:09
voglio dirle che Marcello Vaona è un produttore, e per quel che so anche bravo.
Per essere un produttore non serve conoscere tutta la normativa specialmente quella che magari non esiste.
Le sarei grato se ci mandasse gli estremi della normativa regionale che lei cita.
Io conosco l’art. 4 coma 15 del disciplinare Valpolicella e il DLgs 61/2010, art. 14 coma 10 e 11 che parlano di conseguimento dell’equilibrio di mercato .
Che voglio riportare, il perché lo spiego dopo!
Disciplinare Valpolicella, Art. 4 coma 15
15) La Regione Veneto, su proposta del Consorzio di tutela e sentite le organizzazioni di categoria interessate, per conseguire l’equilibrio di mercato, può con proprio provvedimento, da emanarsi nel periodo immediatamente precedente la vendemmia, nell'ambito della resa massima di uva per ettaro fissata ai comma 10 e 13, stabilire rese inferiori rivendicabili con la denominazione di origine, anche in riferimento alle singole zone di produzione di cui all’articolo 3, comma 1, 2 e 3, dandone immediata comunicazione al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini. Con lo stesso provvedimento la Regione Veneto stabilisce la destinazione dei rimanenti quantitativi, fino al raggiungimento del limite massimo previsto dal comma 11 del presente articolo.
16/05/13 COMMENTO 2)
DLgs 61/2010 coma 10 e 11
10. Le regioni possono ridurre la resa massima di vino classificabile come DO ed eventualmente la resa massima di uva e/o di vino per ettaro per conseguire l'equilibrio di mercato, su proposta dei consorzi di tutela e sentite le organizzazioni professionali di categoria e stabilire la destinazione del prodotto oggetto di
riduzione. Le regioni possono altresì consentire ai produttori di ottemperare alla riduzione di resa massima classificabile anche con quantitativi di vino della medesima denominazione/tipologia giacente in azienda, prodotti nelle tre annate precedenti.
11. Le regioni, in ogni caso, al fine di migliorare o stabilizzare il funzionamento del mercato dei vini, comprese le uve, i mosti da cui sono ottenuti, e per superare squilibri congiunturali, su proposta ed in attuazione delle decisioni adottate dai consorzi di tutela e sentite le organizzazioni professionali di categoria, potranno stabilire altri sistemi di regolamentazione della raccolta e dello stoccaggio dei vini ottenuti in modo da permettere la gestione dei volumi di prodotto disponibili.
Come si può capire le regioni possono ridurre la resa massima di Amarone classificabile come DO ed eventualmente la resa massima di uva e/o di vino per ettaro per conseguire l'equilibrio di mercato, su proposta dei consorzi di tutela e sentite le organizzazioni professionali di categoria, e possono stabilire la destinazione di quell’amarone oggetto di riduzione.
Le regioni possono altresì consentire ai produttori di ottemperare alla riduzione di resa massima classificabile Amarone anche con quantitativi di Amarone della medesima denominazione/tipologia giacente in azienda, prodotti nelle tre annate precedenti.
ANONIMO 14/05/2013 10:09, qui si pongono due domande:
PERCHÉ PREVEDERE DI INSERIRE UNA MODIFICA NEL DISCIPLINARE SE L’EVENTUALE RIDUZIONE SI POTEVA GIÀ FARE?
PERCHÉ IMBROGLIARE SOTTO L’ASPETTO FORMALE (a sentire chi è andato all’assemblea), I SOCI CHE SONO ANDATI A VOTARE?
la mia risposta, plausibile finché non ricevo il verbale dell’assemblea e le modifiche al disciplinare è la seguente:
Intanto ATTENZIONE, le norme che ho citato, PARLANO SEMPRE DI RESA, E LA RESA E’ LEGATA ALLA SUPERFICIE. Noi abbiamo un disciplinare più particolareggiato e per un certo aspetto più restrittivo della normativa nazionale, in quanto prevede di potere intervenire su rese inferiori, rivendicabili con la
denominazione di origine, anche in riferimento alle singole zone di produzione di cui all’articolo 3, comma 1, 2 e 3, e cioè di intervenire nelle zone di produzione Classica, Valpantena e Valplolicella DOC con aliquote di percentuale diverse pur di conseguire l’equilibrio di mercato.
Ora se il C.d.A. del CTV, in cui fanno parte anche i 2 membri delle famiglie dell’Amarone d’arte , non è d’accordo, poteva solo proporre una riduzione lineare Max del 15% da potere eseguire d’ufficio, INDIPENDENTEMENTE DALLE RESE al di fuori dalla normativa già esistente, e quindi fuori dalla possibilità di applicare una percentuale di declassamento diversa a seconda delle zone di produzione, e questo indipendentemente che una zona come la Valpolicella classica abbia dal 2003 a 2011 aumentando la sua produzione del 70% , e la zona Valpolicella doc abbia dal 2003 al 2011 aumentato la sua produzione del 470%.
Perin Antonio
Non ci siamo capiti.... anche se a volte costa le regole ci sono e vanno rispettate!! Quindi supporto Marcello, non sono d'accordo con la tua tesi.
Esiste un disciplinare, (oggi 4) che ha inserito alcune precisazioni, più nella forma che nella sostanza. Di fatto la questione di fondo, a mio avviso, è a lato del disciplinare e verte su alcuni punti che espongo:
1) blocco degli impianti ex novo
2) differente velocità di crescita delle superfici vitate tra classica allargata
3) rimodulazione dell'offerta di tutta la tipologia Valpolicella (Amarone, ripasso, Valpolicella etcc..)
4) obiettivo necessità di equilibri di mercato dei prodotti elencati (che può essere raggiunto diminuendo l'offerta ma anche aumentando la domanda)
5) Metodiche messe in atto per raggiungimento punto 4)
6) limitata forza promozionale (per rendersene conto osserviamo i nostri cugini francesi che nella vendita sono molto più bravi di noi)
Ora se questi 6 (ma ce ne sarebbero ben altri...) punti regolatori dell'offerta aggregata di vino mettiamo insieme tutti gli attori di filiera con le loro aspettative: piccoli vinificatori, imbottigliatori da strapazzo, industriali del vino ma non agricoltori, produttori d'elitè etcc...la corda si spezza.
Come uscirne.....!
Non è facile, perche partiamo da un equivoco che è mal digerito: infatti chi oggi fa valpolicella lo fa solo grazie ad un disciplinare, ma non perche inserito nell'area della valpolicella territoriale. Di fatto fino a 20 anni fa l'allargata, vista la parziale sovrapposizione con la doc soave produceva più bianchi che rossi.
Oggi è il contrario: l'allargata ha superato, con ritmi impressionanti, la classica in fatto di produzione totale.
In questo affare, ricordo che l'amarone sfuso a € 8,00 - 9,00 /litro ancora torbido venduto in cisterna è ad oggi il vino più pagato d'Italia, si sono inserito anche i furboni, gente che fa speculazione (mordi e fuggi), che ha capitali e che modula l'offerta aggregata. Il mio pensiero quindi è uno solo: a rimetterci, presumo, saranno solo i viticoltori ultimo anello più debole non in grado di difendersi perche non aggregato ma soggetto individuale, che pagherà questo scotto senza nemmeno accorgesene.
a risentirci Luca
Ho appena letto L’Arena, e l’articolo
«Valpolicella e Amarone? Prodotti nelle solite zone»
Dove c’è Marilisa Allegrini che esprime un commento: “…………..Apprendiamo che prossimamente il Consorzio convocherà un tavolo interprofessionale, segno che forse qualche problema all'interno della denominazione c'è», ha commentato Marilisa Allegrini, presidente dell'associazione. «Infatti la modifica del disciplinare è stata presa all'unanimità dal cda del Consorzio e non dall'unanimità dell'Assemblea del 10 maggio, che ha registrato il voto contrario non solo delle Famiglie socie del Consorzio ma anche di altri produttori. ”
MI È TORNATO ALLA MENTE MARCELLO VAONA QUANDO AL MIO COMMENTO DEL 13 MAGGIO 2013 ORE 06:55 SCRIVEVO (Non ero presente all'assemblea,ho letto l'articolo di Angelo Peretti e i comunicati stampa delle familie, le quali hanno 2 loro membri a sua volta membri del CdA del CTV E QUINDI SAPEVANO COSA SI SAREBBE VOTATO IN ASSEMBLEA, MA NEI LORO COMUNICATI STAMPA NON HO LETTO ALTRO CHE DI DECLARATORIA FONDOVALLE PIANURA, forse sarò stato distratto……)
VAONA MI HA RISPOSTO 13 maggio 2013 ORE 13:13 (Perin Antoinio dice :"[...] E QUINDI (le famiglie) SAPEVANO COSA SI SAREBBE VOTATO IN ASSEMBLEA, MA NEI LORO COMUNICATI STAMPA NON HO LETTO ALTRO CHE DI DECLARATORIA FONDOVALLE PIANURA, forse sarò stato distratto."
Sai perchè l'Ex art 5 ora art 3 (deeclassamento d'ufficio del'amarone a ripasso) non era nè nel CS delle famiglie nè della FIVI? Semplice il CDA del consorzio ha deciso di inserire questo nuovo articolo durante CDA della sera di Lunedì 6 maggio. Della discussione di questo articolo non ne sapeva NIENTE nessuno (o quasi).
Ma Marcello Vaona, nel rispondermi perché ai tralasciato quella parte più importante della mia considerazione che riguarda il fatto che le famiglie hanno 2 loro membri a sua volta membri del CdA del CTV ed è per questo che le famiglie sapevano cosa si sarebbe votato in assemblea, e tra l’altro la Allegrini ha commentato che nel cda del consorzio la modifica del disciplinare è stata presa all'unanimità dal CdA, ma non all'unanimità dell'Assemblea del 10 maggio, che ha registrato il voto contrario non solo delle Famiglie socie del Consorzio ma anche di altri produttori????
Anche se ai scritto “che non sapeva niente nessuno (O QUASI)” , visto che un anonimo mi aveva appena dato praticamente dello non sveglio (stupido), non è bello da parte tua prendere il mio ragionamento, tralasciare il concetto chiave.
Marcello Vaona, Tu e l’anonimo informatevi se i 2 membri delle famiglie a suavolta membri del CdA del CTV si sono dimessi dal CdA del Consorzio o se si sono dimessi dalle famiglie.
Perché,o erano assenti ai CdA del consorzio o hanno votato una cosa nel CdA del CTV e un'altra in assemblea ordinaria del CTV.
Perin Antonio
A Marcello Vaona al suo badante (supporto marcello) e a quello che chiude con sveglia.
Vi informo che il presidente del ctv ha diramato il seguente comunicato:
"Gentile azienda,
viste le numerose richieste di chiarificazione in merito alle modifiche dei disciplinari di produzione presentate nel corso dell’ultima assemblea (10.05.2013),
il Presidente Christian Marchesini è a disposizione per qualsivoglia chiarimento e informazione dalle ore 10 alle ore 12 del giorno 20/05
e dalle ore 10 alle ore 12 del giorno 22/05.
Si prega di dare preavviso in modo tale da garantire a tutti il giusto tempo di attenzione."
Caro Peretti che hai tanta stima dei Presidenti.... prima si informa la gente di cosa vanno a votare e poi si procede con la votazione in assemblea pubblica. Qui siamo nel delirio più totale prima si fa l'assemblea e poi si spiega cosa si è votato...che ridere....haimè...!!!!
Una domanda sorge nella penombra, ma i soci del ctv sanno cosa sono andati a votare nell'assemblea del 10.05.2013.....?????? Mah.....!!!!!
Io ho visto un altro comunicato del consorzio che riporto
Da: "Info Consorzio Valpolicella"
Data: 16 maggio 2013 18:12:30 CEST
A: "Info Consorzio Valpolicella"
Oggetto: Avviso - Modifiche disciplinari
Gentile azienda,
a seguito di numerose richieste, anziché fissare degli incontri nelle giornate di lunedì 20 e mercoledì 22 maggio con il Presidente Christian Marchesini,
organizzeremo uno o due incontri pomeridiani per parlare delle recenti modifiche apportate ai disciplinari di produzione.
Vi faremo avere quanto prima maggiori informazioni in merito.
Cordialmente
Olga Bussinello
Il Direttore
Kazzenger da come la mette il CTV, sembra che noi soci siamo tutti ZUCCONI (mi ci metto anca io, anche se ero assente, così evito di prendere del mona che dorme un'altra volta) prima siamo andati in assemblea abbiamo votato e dopo chiediamo chiarificazioni di quello che abbiamo deciso con il nostro voto, per cui il buono Presidente Cristian Marchesini adesso ci informa di cosa abbiamo votato facendo ulteriori assemblee.
Ma pensa ti, e io che credevo di aver visto tutto con silvietto e le gustosissme oggettine ed invece................bhò
Perin Antonio
Caro Perin, capisco che il suo solo ed unico intendimento sia quello di tutelare il suo reddito e il suo, se permette... 'fondovalle'
Immagino sia troppo giovane per sapere cosa è successo nell'ambito della denominazione, se così fosse potrebbe essere l'unica scusante...
Se vuole lo riassumo brevemente.
1) Il miglior vigneto della Valpolicella che per non idolatrare nessuno chiamerò X quello per intenderci che, ha fatto la storia dell'amarone 15 anni fa poteva produrre, anzi, rivendicare come scelta vendemmiale la totalità della doc AMARONE.
(tenga presente che all'epoca si mettevano a riposo nella VALPOLICELLA 80.000 QL di uva).
Bene, questa gemma della Valpolicella nel corso degli ultimi 15anni con il susseguirsi delle modifiche del disciplinare nell'ambito interprofessionale ha subito un taglio fino ad arrivare al 50% della possibilità della rivendicazione.
Logica vorrebbe che questo 'bene prezioso' sia stato ridotto per calmierare il mercato, cosa assolutamente non vera perché , (dati consortili) dichiarano che nel 2012 sono stati messi in appassimento circa 350.000 ql.
Quindi, per riassumere la 'gemma X' ha subito tagli, per far spazio ai 'nuovi autori', quelli che, hanno selezionato nei posti nuovi come il suo(chieda ai suoi parenti o vicini se si fossero mai sognati una decina di anni fa di mettere in appassimento un kg delle uve provenienti dalla sua zona)
distribuiscono nei supermercati, a prezzi bassissimi e nemmeno con la propria etichetta fino ad arrivare alle quantità che le ho descritto sopra.
2) Rottura del tavolo tra Famiglie e Consorzio
Secondo lei ci si può sedere ad un tavolo per discutere le criticità della denominazione e, in maniera unilaterale decidere di ‘legalizzare’ quanto recitato nel disciplinare appiattendo di fatto una denominazione???
La posizione delle famiglie è chiara, non sono per l’esclusione dei produttori di alcuna zona ma, al contempo, chiedono di definire una gradualità di selezione in base alla diversa vocazione dei terreni che può portare a prodotti molto diversi tra loro. Quindi, laddove i vigneti siano meno vocati, dovranno essere posti dei limiti sulla produzione con regole che premino i vigneti di collina, i più adatti alla produzione nonché gli artefici del successo dell’Amarone.
Le sembra una proposta scandalosa????
Ci si può sedere ad un tavolo dopo che questa articolo è stato abrogato?
Che le piaccia o no, l’articolo 4, punto due recita testualmente Pertanto sono da escludere, in ogni caso, ai fini dell’idoneità alla produzione dei vini di cui
all’articolo 1, i vigneti impiantati su terreni freschi, situati in pianura o nei fondovalle.
Non ci sono ‘diritti acquisiti’ come pensa lei, le regole possono anche non piacere, ma vanno rispettate!
Per farle un esempio urbanistico, si è edificato ovunque e adesso gli abusivi si condonano!!!! (esattamente come fa il suo amico cavaliere)
Mi creda, resto basito quando si pensa che il successo transiti dalla via più facile (la sua) tipico esempio di molti personaggi che operano nel nostro territorio, veri succhiaruote che, sgomitano per guadagnarsi il podio senza pensare mai di tirare la volata!!
Si legga la storia della Valpolicella, faccia un bel, RIPASSO!!!!
Anonimo della Valpolicella
RISPONDO CON IL PRIMO COMMENTO DEL 12 MAGGIO 2013 ORE 09:20,
ANCHE SE C'E' SEMPRE L'ANONIMO CHE MI DIRA' CHE SONO STUPIDO PERCHE' CONCENTRATO SUL FONDO VALLE
Lei dice: "cosa s'intende per fondovalle? Magari sbaglio, ma suppongo che parte della bagarre di questi giorni sulla modifica del disciplinare di produzione dei vini della Valpolicella - che ha visto contrapporsi il Consorzio, le Famiglie dell'Amarone e i Vignaioli indipendenti della Fivi, tutti usciti con loro comunicati stampa prima o dopo l'Assemblea dei soci dello scorso 10 maggio - risieda in questa benedetta parolina: fondovalle".
Quando parla di fondo valle altimetricamente alta,Lei dice:" Ergo, è un bel grattacapo sapere se lì sia possibile o no coltivarci le vigne per l'Amarone, stando alla (vecchia?) definizione del disciplinare."
Mi rivolgo a Lei per dire ai Suoi lettori (e io sono uno di quelli anche se non ho mai scritto) nel fondovalle, che sia altimetricamente alto o basso, passa l'acqua che tutta la vallata raccoglie dalle due alture in cui essa si trova ed è racchiusa.
Ha ragione di dubitare di sbagliare, perchè sbaglia.
Non è però colpa Sua ma di quelli che hanno dato informazioni ed interpretazioni FALSE.
Poichè in base all'articolo del disciplinare, che ha correttamente riportato, la discriminante non è il fondo valle o l'altopiano in cui in valpolicella viene coltivata la vite, (che alcuni chiamano pianura, come se fossimo a Villafranca o a Rovigo per non dire a Mantova) ma LA FRESCHEZZA DEL TERRENO e quindi la sua permeabilità all'acqua, ecco che non ha importanza dove si trova il fondo valle ma conta la capacità di quel terreno di drenare.
Lo stesso concetto vale anche i vigneti impiantati sull'altopiano (che le birbe, dell'amarone d'arte o i vignaioli dipendenti dal reddito chiamano pianura) la discriminante non è - o meglio non era - la pianura ma la freschezza del terreno.
Di fatto non si può dire pianura no, fondovale si se ci sono io, ma collina certo, senza tenere presente la permeabilità di quel terreno dove si vuole intervenire per togliere non solo un diritto acquisito, ma anche il fatto che è da anni che l'uva messa a riposo trasformata poi in amarone viene regolarmente certificata dapprima chele birbe dell'amarone d'arte si accorgessero che sta calando il loro reddito.
Voglio dire a tutti che certe richieste volte a tagliare fuori gli altri dal mercato senza un minimo di fondamento giuridico, ma addirittura dando informazioni distorte e tendenziose solo perché ti alzi alla mattina pieno di pippe mentali non può trovare accoglimento, per una questione di legalità, anche se certi mister si credono di essere come il silvietto d'italia.
AGGIUNGO: CHE NON SONO NEL FONDOVALLE MA IN PIANURA IN UN TERRENO TROPPO RICCO DI SCHELETRO NON FRESCO (PER FORTUNA HO L'IRRIGAZIONE); CHE IL MIO VICINO E' UNO DELLE FAMIGLIE E ANCHE MEMBRO DEL CDA DEL CTV E METTE UVA A RIPOSO; LASCI PERDERE I TAVOLI PERCHE' SE NON RIESCE A COMPRENDERE LE NORME (CHE SONO IN VIGORE DAL 1968) SI SENTIRA' SEMPRE FREGATO;VEDA LA PROSSIMA VOLTA CHE SCRIVE DI LEGGERSI BENE LEI LA STORIA DELLA VALPOLICELLA PERCHE' LA INTERROGO, LE DO ANCHE UN AIUTINO SULLA PRIMA DOMANDA "IN CHE ANNO è STATA ALLARGATA LA VALPOLICELLA FINO A SOAVE?
E SI FIRMI NON ABBIA PAURA NESSUNO LA MANGIA.
Perin Antonio
Caro Pierin Antonio, una cosa sola...in questo momento la FdA sono quelle a cui il reddito sull'Amarone cala di meno.
Se ci arrivate queste aziende hanno una forza enorme nel marchio...cosa che tanti piccoli o nuovi non hanno.
i piccoli si attaccano (giustamente) al marchio Amarone ...ma se il prezzo medio e la percezione di qualità calano..beh sono fregati.
Quelli invece che hanno il brand continuano a vendere e magari caro.
quindi quello che a mio parere han fatto le FdA era per salvaguardare un marchio collettivo...e i piccoli produttori (sia di uva che di vino) dovrebbero solo ringraziare..anche quelli di pianura.
Un altro anonimo
All'anonimo della Valpolicella, credo che non sappia dove vive...forse avra origini toscane il nostro anonimo della valpolicella...Mah...???
Sta di fatto, dimostra non conoscere minimamente la realtà del luogo.
Posso esser d'accordo che le fda abbiamo un loro brand o marchio ben conosciuto, ma è anche vero che queste cosidette famiglie d'arte quando vi avvicina la vendemmia vadano alla ricerca d'uva come cani da tartufi,e non mi risulta disdegnino partite anche della piana.
Quindi non nascondiamoci dietro un dito per favore, il marchio serve per coprire il loro commerciale che chiede bancali di vino al di là se l'uva è quella di la pianura o dalla montagna del corno d'aquilio...al consumatore sempre di valpolicella classico si parla.
Secondariamente i vigneti della piana della classica hanno origini molto più lontane dei recenti vigneti della allargate (ieri boschi) che innonoderanno il mercato di schifezze....Perche' non si è chiesto a qualche luminare di illuminarci con qualche bel piano di zonizzazione viticola per capire se gli ex boschi ( si tratta di migliaia di ettari) produrranno della qualità o humus per fiori.
Facciamola finita qui vi è solo la volontà da parte di tutti di mungere la mucca il prima possibile e il più possibile. Ma come dice il vecchio saggio: si rischia di mangiare il vitello nella pancia della mucca....saluti
All’Anonimo del 13 maggio 10:59-,
Secondo me la riduzione al 40 % non è una realtà molto vicina come dice Lei, ma è una realtà già presente ed esistente, i membri del CdA del CTV COMPRESO I SOLITI 2 CHE RAPPRESENTANO LE fda, non ridurranno la percentuale di uva che va a riposo al 40%, ma con la decisione presa ( a detta DELL’ANONIMO 12MAGGIO 2013 16:10 che era in assemblea, io non c’ero e aspetto copia del verbale) all’assemblea ordinaria del 10 maggio 2013 è stato stabilito a maggioranza di inserire nel disciplinare la possibilità di declassare D’UFFICIO IL 15% DELL’AMARONE PRODOTTO.
Quindi succede che ci sarà la solita riduzione al 50 % di uva che va a riposo poi eventualmente ad uso e consumo del CdA DEL CTV con FDA comprese, ci sarà un’ulteriore riduzione del 7,5%. Quindi l’aliquota di percentuale di uva da destinare a riposo ad ettaro sarà pari al 42,5%
Schema di calcolo:
120 ql/ha uva valpolicella x 50% da destinare a riposo = 60ql uva/ha destinata per amarone.
60ql uva/ha destinata per amarone x 40%resa uva in vino amarone = 24 hl di amarone.
24 hl amarone x 15% di prodotto che verrà declassato d’ufficio = 3,6 hl amarone.
L’equivalente in uva per produrre 3,6 hl di amarone è pari a 9 ql di uva.
60ql uva/ha destinata per amarone – 9 ql di uva = 51 ql uva.
51 ql uva destinata a produrre amarone è pari al 42,5% di 120ql uva/ha.
A QUESTO PUNTO QUANDO - L’ANONIMO 18 MAGGIO 2013 09:32-, DICE :
“ in questo momento la FdA sono quelle a cui il reddito sull'Amarone cala di meno.
Se ci arrivate queste aziende hanno una forza enorme nel marchio...cosa che tanti piccoli o nuovi non hanno.
i piccoli si attaccano (giustamente) al marchio Amarone ...ma se il prezzo medio e la percezione di qualità calano..beh sono fregati. “ -ANCH’IO CONDIVIDO QUANTO LEI A FIN QUI’ SCRITTO, NON PER NIENTE LE FDA CON I MEMBRI CHE HA NEL CTV DECIDONO ALL’UNANIMITÀ, ANCHE SE DOPO, I MEMBRI DELLE FDA CHE NON SONO NEL CTV TIRANO SU TANTE STORIE, LE QUALI NON SONO PER IL MARCHIO COLLETTTTIVO, MA, LEGGITTIMAMENTE PER IL LORO REDDITO.
INFATTI SE LEI VA A GUARDARSI I COMITATI STAMPA COMPRESO QUELLO CHE HA RICHIAMTO ANGELO PERETTI, VEDE SOLO FONDO VALLE DECLARATORIA E PIANURA, LE UNICHE STORIE CHE ANCORA POSSONO FAR LEVA SU ALCUNE PERSONE GIUSTAMENTE PREOCUPATE PER LA TUTELA DEL LORO REDDITO, MA DÌ RIDUZIONE D’UFFICIO SE NE FANNO TUTTI UN BAFFO, ANCHE SE I LORO MEMBRI ERANO LA CON CHI HA DECISO DÌ MODIFICARE L’ORDINE DEL GIORNO DOPO AVER MANDATO L’INVITO E ADDIRITTURA I CHIARIMENTI.
Per me la soluzione più vicina alla risoluzione del problema sta nell’ultima parte del mio commento del 16/05/13 commento 2) non è possibile intervenire per conseguire l’equilibrio di mercato senza il rispetto della normativa già in vigore e quindi la possibilità di applicare una percentuale di declassamento diversa per zone di produzione che hanno contribuito in modo diverso all’eccesso di produzione, come previsto dal disciplinare di produzione all’art 4 comma 15, e cioè senza tenere presente che una zona come la Valpolicella classica (collina fondovalle pianura) abbia dal 2003 a 2011 aumentato la sua produzione del 70% , e che una zona come la Valpolicella doc (collina fondovalle pianura) abbia dal 2003 al 2011 aumentato la sua produzione del 476%.
Per forza per rientrare un po’ bisogna ridurre in un modo diverso altrimenti che equilibrio si fa? Quello delle storie, dell’issare la gente contro altra gente,DEGLI SPECULATORI DI BOSCHI O DI PASCOLI DI MONTAGNA, degli speculatori di terreni vocati ai vini bianchi di montagna, l’equilibrio degli auto referenziati, di quelli che sono come il ”poeta vate”e quando gli fa comodo non vogliono sentir parlare di regole.
Visto che sembra di tendenza mi firmo anch’io come anonimo,
Anonimo Perin Antonio.
Ridurre, ridurre, ridurre.
Xchè non cominciamo a promuovere in modo un po' più intelligente il nostro vino, investendoci magari dei quattrini (come fanno quelli delle FdA, imparare)? Magari così riusciamo a venderlo tutto (o di più) in modo adeguato? Sapete che le quote consortili che paghiamo noi in Valpolicella sono circa 1/10 di quelle del Brunello, 1/5 del Chianti e la metà del Prosecco? Forse (lo ammetto non sono aggiornato) con gli aumenti accordati quest'anno siamo arrivati a pareggiare i nostri cugini del Bardolino....
Anonimo Marcello Vaona
Caro Perin, secondo lei,
se 15 anni fa avesse prodotto un Amarone, (in collina) girava il mondo per promuoverlo, spendendo risorse, sia economiche che personali (sacrificando anche la famiglia) tanto da farlo diventare un vino, simbolo del territorio ed uno dei più ambiti in Italia e nel corso di questi 15 anni per una politica scellerata, ne fosse stato tagliato fino al 50% il potenziale produttivo a favore di una zona, (la pianura) che ne ha di fatto inflazionato la denominazione, per arrivare nel 2012 con 350.000 ql, lei come reagirebbe??’
Le sembra giusto pensare di tagliare in futuro nella stessa maniera?? Con ‘giochi’ di carteggio fino declassarne il potenziale come ripasso???
Il ‘nostro’ disciplinare’ è lo specchio della nostra zona, dove, se arriva un giornalista straniero raccontiamo la favola bella se legge il disciplinare di produzione resta basito.
Conosce le ultime tre modifiche disciplinare di produzione? Sa cosa sono servite? Per ‘legalizzare’ quello che di fatto si produceva!!!
1) Aumento degli zuccheri residui nell’Amarone ( quello che ha fatto la storia era un vino secco) fino a farlo diventare un amandorlato
2) Modifica della base ampelografica (legalizzando cabernet merlot con percentuali molto più alte) nel periodo dello scandalo del Brunello
3) Pianura, zone fresche e fondovalle
Le denominazioni serie le descrivono così:
Barolo
(copia/incolla)
terreni: argillosi, calcarei e loro eventuali combinazioni;
- giacitura: esclusivamente collinare; sono da escludere categoricamente i terreni di
fondovalle, umidi, pianeggianti e non sufficientemente soleggiati;
- altitudine: non inferiore a 170 metri s.l.m. e non superiore a 540 m s.l.m
- esposizione: adatta ad assicurare un’idonea maturazione ed a conferire alle uve ed al
vino derivato le specifiche caratteristiche di qualità, ma con l’esclusione per i nuovi
impianti, del versante nord da -45° a +45°
Barbaresco la delimitazione di zona parte da 190 m di altitudine
(copia/incolla)
- terreni: argillosi, calcarei e loro eventuali combinazioni;
- giacitura: collinare; sono da escludere categoricamente i terreni di fondovalle, umidi,
pianeggianti e non sufficientemente soleggiati;
- altitudine: non superiore a 550 m s.l.m.;
- esposizione: adatta ad assicurare un'idonea maturazione delle uve, ma con l'esclusione
del versante nord
Brnello la delimitazione parte da 250 m di altitudine
(copia/incolla)
seguenti requisiti:
terreni: geocronologicamente attribuibili ad un intervallo di tempo
che va dal cretaceo al pliocene; comunque idonei a conferire alle uve ed al
vino derivato le specifiche caratteristiche qualitative;
giacitura: collinare;
altitudine: non superiore ai 600 mt s.l.m.;
Chiudo dicendole, che è anche bello dedicare del tempo per scrivere sui vari blog, purtroppo tra qualche anno ci sarà solamente il tempo per piangere!!!!
Buonanotte Valpolicella
Quando sento dire che è stato tagliato fino al 50% il potenziale produttivo a favore di una zona, (LA PIANURA) che ne ha di fatto inflazionato la denominazione, per arrivare nel 2012 con 350.000 ql, io dico che non è vero.
IL TAGLIO E' STATO FATTO A FAVORE DI UNA ZONA DI PRODUZIONE CHE E' DEFINITA DALL'ART. 3 COMMA 1 DEL DISCIPLINARE.
Come ho già detto, e questa è l'ultima volta che lo dico,
Per me la soluzione più vicina alla risoluzione del problema sta nell’ultima parte del mio commento del 16/05/13 commento 2) non è possibile intervenire per conseguire l’equilibrio di mercato senza il rispetto della normativa già in vigore e quindi la possibilità di applicare una percentuale di declassamento diversa per zone di produzione che hanno contribuito in modo diverso all’eccesso di produzione, come previsto dal disciplinare di produzione all’art 4 comma 15, e cioè senza tenere presente che una zona come la Valpolicella classica (collina, fondovalle e pianura) abbia dal 2003 a 2011 aumentato la sua produzione del 70% , e che una zona come la Valpolicella doc (collina, fondovalle e pianura) abbia dal 2003 al 2011 aumentato la sua produzione del 476%.
Perin Antonio
SAPREMO COME SARA' IL PROSSIMO DISCIPLINARE O MEGLIO COSA ABBIAMO VOTATO
PERIN ANTONIO
Da: "Info Consorzio Valpolicella"
Data: 20 maggio 2013 12:27:51 CEST
A: "Info Consorzio Valpolicella"
Oggetto: Avviso - Modifiche disciplinari
Gentile azienda,
come precedentemente comunicato, verrà organizzato un incontro pomeridiano per parlare delle recenti modifiche apportate ai disciplinari di produzione.
L’incontro si terrà mercoledì 29 maggio p.v. alle ore 17:00 presso la Sala Riunioni della BCC Valpolicella Benaco Banca
(Via dell’Artigianato, 5 - Loc. Rugolin, Valgatara / Secondo Piano).
Per ragioni organizzative si prega di dare conferma della presenza.
Cordialmente
Olga Bussinello
Il Direttore
Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella
Via Valpolicella 57 – 37029 San Pietro In Cariano (VR)
Tel. +39 045 7703194 – Fax +39 045 7703167
C.F. 00648430239 - Partita iva. 02202330235
info@pec.consorziovalpolicella.it
www.consorziovalpolicella.it
BUONGIORNO VITTORIO, MA LO SA CHE SIAMO VERAMENTE IN TANTI CHE LEGGONO STA DISCUSSIONE,IO NON LOSAPEVO MA NE SONO LA PROVA LE TELEFONATE CHE HO RICEVUTO DICENDOMI CHE L'INCONTRO DEL CONSORZIO NON si terrà mercoledì 29 maggio p.v. alle ore 17:00 presso la Sala Riunioni della BCC Valpolicella Benaco Banca
(Via dell’Artigianato, 5 - Loc. Rugolin, Valgatara / Secondo Piano).
COME HO SCRITTO NEL COMMENTO PRECEDENTE.
ALLORA SONO TORNATO A CASINA E HO GUARDATO IL MAZZENINO E HO VISTO LA SEGUENTE MAIL CHE GIRO SUBITO PER NON CREARE CONFUSIONE.
PERIN ANTONIO
Da: Info Consorzio Valpolicella
Data invio: 21-mag-13 10.24
A: Info Consorzio Valpolicella
Oggetto: Avviso - Modifiche disciplinari
Gentile azienda,
con la presente siamo ad informare che, per motivi organizzativi, l’incontro relativo alle recenti modifiche apportate ai disciplinari di produzione si terrà
martedì 28 maggio p.v. alle ore 17:00 presso la Sala Polifunzionale del Comune di Marano – sita a Valgatara invia Appenhiem.
Cordialmente
Olga Bussinello
Il Direttore
Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella
Via Valpolicella 57 – 37029 San Pietro In Cariano (VR)
Tel. +39 045 7703194 – Fax +39 045 7703167
C.F. 00648430239 - Partita iva. 02202330235
info@pec.consorziovalpolicella.it
www.consorziovalpolicella.it
Gentile Vittorio e Marcello, avete letto che le vostre produzioni di amarone in favore del ripasso potranno diminuire d'ufficio del 15%, ci siete o ci fate......!!!!!
Questo, in virtu del cosidetto equilibrio di mercato. L'avete la testa per leggere i documenti del consorzio, o anche Voi avete doppi, tripli, quadrupli, secondi fini.....
Voi vi ostinate a non capire che nessuno può decidere l'economia della propria azienda nemmeno il ctv o le fma...ricordatelo!!!!!
Marcello devi prendere posizione una botte al cerchio (CTV) e una alla botte (fma) non è più accettabile nei tuoi discorsi, per favore.....
Tu sei produttore dimmi ti farebbe piacere che uno dall'esterno venisse nella tua azienda e ti dicesse caro Marcello oggi fino devi bloccare il 15% del tuo amarone perche devi equilibrare le sovraproduzioni della zona allargata...??????
Sappiamo tutti quanti interessi ci sono dietro e soprattutto esiste la volontà dei grossi di schiacciare i piccoli come anche te.
Quindi mi pare che sostenere toni da cenerentola, non faccia bene perche qui qualcuno ( e sappiamo bene di chi si tratta, anche industriali del vino che abitano nel tuo comune a valgatara......vedi la castellani) vuole mettere le mani nelle tasche dei piccoli.
Ai posteri l'ardua sconfitta..................della valpolicella
anonimo del bronx
Anonimo non spariamo sulla croce rossa...
hai ragione qui la faccenda è complessa e non è solo questione di semantica .....(fondovalle...)
sicuramente come dici l'allargata che non ha meriti di esistere è la zona frutto solo di promesse elettorali, quindi della politica malsana. Purtroppo io sono dell'idea di dividere le due zone, quella storica che ha origini millenarie costituita per la maggior parte da piccole realtà di grande valore, da quella allargata che è "esplosa" per il grande affarone (business predatorio) di quei grandi industriali che in tanti altri campi hanno rovinato l'Italia (nn tutti.....). E pensare che qualcuno è stato anche Presidente del Palio del Recioto, e tutti si riempivano la bocca di qualità , tutela del paesaggio, sostenibilità....Siamo circondati da una massa di ipocriti, e capisco i toni accesi della tua lettera. Purtroppo i piccoli devo imparare ad allearsi invece di farsi le scarpe a vicenda.
Perche quando i gatti mancano i topi ballano.... e fanno i lori interessi a scapito dei produttori onesti.
Caro Anonimo, a me non piace parlare con gli sconosciuti (soprattutto se vengino dal Bronx), quindi Cenerentola chiude il discorso.
Io sono abituato a sostenere le mie idee con la faccia e la firma.
Sparare a zero nascosti dietro un PC è un atto di cecchinaggio che non giova a nesuno (se non a quelli a cui piace far polemica). Bo, non aggiungo altro, sicuramente ci conosciamo e magari quando ci metti la faccia ti stimo anche... Quindi fai una cosa: resta nell'anonimato.
Saluti,
Marcello Vaona
Non si tratta di cecchinaggio è che ha volte dire le proprie opinioni per qualcuno, crea imbarazzo ....perche se si sposta la polvere dietro le affermazioni trovi ben altro....ti saluto
anonimo del bronx
Infatti, ognuno è libero di proporsi come meglio crede...forse la verità fa male qualche volta..è normale!!!
Qui in valpolicella sono tutti bravi ad insegnare a dare consigli tecnici etc...etc.. Ma su una cosa sono degli specialisti SALTARE SUL CARRO VINCENTE QUANDO IL LAVORO E' STATO FATTO DA ALTRI!!!!Un caso di specie riguarda la confusione sessuale contro la tignola.
Il progetto fu iniziato da terra viva e prima ancora ne parlavano i media. Sta di fatto che oggi terra viva ha ceduto l'organizzazione al CTV il quale per ben due anni è stato a guardare cosa era meglio fare.....Solo quando si è ben capito che la strada della sostenibilità era quella giusta il CTV si è mosso ed ha preteso la paternità del progetto, regalata supinamente da chi l'aveva iniziata sul territorio. Quindi sembrerebbe vero un fatto che abbiamo enti sempre più politici e sempre meno tecnici, abili a districarsi nella palude della mediazione ed incapaci nell'iniziativa. Questo aneddoto, sembra dimostrare ancora una volta quello che diceva Montanelli "italiani popolo di....." Chissa se in cambio qualcuno è stato aiutato a vendere qualche cassa di amarone in più...mahhhhh. saluti
geppetto
Si tutto vero geppetto, e prima ancora ne parlava il FU grande amico della Valpolicella Sandro Campagnola, sul suo sito di www.teladoiolavalpolicella.it.
Caro Sandro quanta ipocrisia le tue parole tuonano ogni giorno di più......