Questa qui non so se definirla una rarità o una curiosità. Probabilmente tutt'e due. Si tratta d'una bottiglia che un paio d'anni fa avevo comprato per un'amica e che lei ha di recente messo a disposizione per una serata nella quale s'è riunito un gruppetto di fan dei "vini scaduti", quelli cioè che hanno qualche annetto sul groppone: i vini, intendo, mica noi. È un Haut-Médoc di Château Citran del 1964. E già qui è una bevuta che non direi di frequenza quotidiana, anzi.
Però la bottiglia - e qui sta la curiosità - aveva una particolarità: si trattava d'un imbottigliamento fatto per un importatore tedesco, di Brema, tant'è che per esempio in etichetta anziché France si legge Frankreich, alla tedesca, appunto. E nemmeno l'immagine in etichetta è quella "canonica" che usavano a Citran in quegli anni, ma una simile (oggi è diversissima, moderna, essenziale, ma per me molto meno fascinosa).
Vabbé, fin qui la nota curiosa. E il vino?
Be', il vino era strepitoso. Del resto, il livello molto alto del liquido nella bottiglia faceva già intuire che fosse stata conservata molto, molto bene, e che il tappo avesse tenuto alla grande. Appena nel bicchiere, ecco che la tinta s'è presentata perfettamente integra, senza la minima traccia degli anni trascorsi: un tipicissimo rosso bordeaux brillante. Eppoi, quei profumi assolutamente bordolesi, assolutamente netti, assolutamente franchi. E quell'avvolgenza al palato, seduttiva e salda. Vino giovanissimo, vitale, nervoso.
Applausi. Sì, glieli abbiamo fatti. E li abbiamo fatti alla magia di Bordeaux, e ai suoi vini d'antan, che a quaranta, cinquant'anni dalla vendemmia riescono ancora ad essere così giovinetti. Solo Bordeaux può tanto, credo.
Haut Médoc 1964 Château Citran
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
grande Citran e grande serata
grazie ragazzi per le emozioni condivise, Ambra