[Angelo Peretti]
Negli anni Sessanta anni
l’Italia seguiva alla tv le indagini del commissario Maigret,
impersonato da Gino Cervi. Io ero piccolino. Mi piacevano le indagini di Maigret. Nebbiose, fumose. Maigret
amava il pastis, la buona tavola e la pipa, le stesse passioni del suo
inventore, Georges Simenon. Curatore della trasposizione televisiva dei libri di Simenon era
Andrea Camilleri, che di lì a molti anni un investigatore di successo
l’avrebbe portato sulla carta stampata anche lui: Montalbano.
Il pastis è un liquore francese, specialità
di Marsiglia. È un infuso di anice, liquirizia, coriandolo, assenzio ed
erbe alpine. Quarantacinque gradi di alcol, ha regole severe di
degustazione, fedelmente seguite dagli appassionati. Per gustarlo come
aperitivo lo si allunga con cinque parti d’acqua freddissima, mentre per
farne un dissetante le parti d’acqua e ghiaccio sono sette.
Al liquore
nella terra natale hanno dedicato un bel libro: "La légende
dorée du pastis", di Daniel Armoghate. Ma di pastis marsigliese si avverte il profumo anche nei libri di Jean-Claude Izzo. Quanta letteratura viaggia attorno ai liquori all'anice.
La marca più famosa della Francia anisata è forse
Ricard, nata nel 1932 e presente anche sul mercato italiano. Sulle
etichette è scritto "Pastis de Marseille", per mettere in chiaro le
origini. Stessa dicitura sulle etichette del 51: il numero campeggia a
grande carattere sulla bottiglia, indicando l’anno di nascita.
Francese è
anche il Pernod, altro liquore a base d’anice ed erbe. Deriva dalla
distillazione delle piante. Anche qui, divisioni canoniche fra liquore
ed acqua. La formula magica è questa: una parte di Pernod e cinque
d’acqua fresca.
Bene.E allora?Un maestro come te non suggerisce di meglio,ad esempio il pastis Henri Bardouin della Distilleries et Domaines de Provence a Forcalquier?Salut! Sergio-MO