[Angelo Peretti]
Signori, giù il cappello: ecco la Coulée de Serrant, vendemmia 1976. L'ho bevuta qualche sera fa, durante una serata che con un gruppo di amici abbiamo dedicato ai "vini scaduti", quelli che hanno un bel po' di anni sul groppone: la Coulée era il mio contributo. Ma questo bianco della Loira s'è presentato giovincello, e anzi quasi ritroso a concedersi, aprendosi pian piano, con lentezza assoluta ma imperiosa, verso suggestioni olfattive e gustative sempre più intriganti e ampie e sinuose. Grandissimo vino.
Oggidì il Savennières del Clos de la Coulée de Serrant è famoso non solo come uno dei più importanti bianchi di Francia - a dire il vero non è esattamente un Savennières, perché ha in realtà un'appellation minuscola ed esclusiva, tutta sua: Savennières-Coulée de Serrant -, ma anche come l'emblema dell'alfiere, del guru, del pontefice massimo della biodinamica: Nicolas Joly. Ma, stando a quel che leggo sulla sua biografia su Wikipedia, la vendemmia del '76 non l'ha probabilmente fatta lui. Allora lavorava ancora in una banca d'investimenti. È stato l'anno dopo, nel '77, che ha incominciato a occuparsi delle vigne di famiglia allo Château de la Roche aux Moines, e la prima annata della Coulée in biodinamica è stata quella dell'81. Ergo, il vino del '76 non era in biodinamica, né era di Nicolas Joly, anche se è uscito con la sua etichetta: certamente è lui che ne ha guidato e seguito l'evoluzione. Ed è - ripeto - un grandissimo bianco tuttora, quasi quarant'anni dopo. Fiori camestri, fieno essiccato, frutti gialli maturi, spezie dolci, sale. Un classicissimo.
Sappiatelo: il vino è ancora in vendita. Non è difficile trovarlo. Viene poco più di 100 euro la bottiglia. Li merita.
Savennières-Coulée de Serrant Clos de la Coulée de Serrant 1976 Nicolas Joly
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
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