Assoenologi accusa: l'Ais voleva scippare i concorsi enologici

14 maggio 2012
[Angelo Peretti]
Giancarlo Prevarin è una persona che mi sta simpatica, uno che ci puoi passare assieme delle belle ore davanti a una o più buone bottiglie. È il presidente dell'Associazione enologi enotecnici italiani. Non so se sia facile a incavolarsi. Però stavolta si è incavolato. Con l'Ais, l'Associazione italiana sommelier. Perché i sommelier avrebbero provato a scippare agli enologi i concorsi enologici. Lo si legge nell'editoriale che ha firmato sul numero di maggio de L'Enologo, il mensile della categoria. "Meno male - comincia così l'intervento - che la Sede centrale tiene monitorati i documenti parlamentari. Grazie solo a questo non trascurabile lavoro, con molta sorpresa e con grande disappunto, siamo venuti a conoscenza che l'Assocazione italiana sommelier, attraverso la senatrice Laura Bianconi (Pdl), ha presentato un emendamento, il 41 bis, al Ddl sulla semplificazione con lo scopo di far monopolizzare all'Ais la gestione di tutti i concorsi enologici italiani".
Ora, va detto che dallo scorso anno se si fa un concorso enologico, questo dev'essere autorizzato dal Ministero delle politiche agricole. Delle commissioni devono far parte valutatori che siano in possesso di determinati requisiti. Per la maggioranza devono essere dei tecnici, individuati per decreto. Solo che l'emendamento della senatrice Bianconi ipotizzava che "spetta all'Associazione italiana sommeliers la nomina, secondo criteri stabiliti nel medesimo decreto, delle Commissioni di degustazione, composte da sommeliers, e l'organizzazione dei concorsi enologici". Tagliando fuori l'Assoenologi, dunque, ma anche camere di commercio, comuni, pro loco e quant'altri allestiscono concorsi dedicati al vino. "In pratica - tuona Prevarin -, con un subdolo colpo di mano, l'Ais ha tentato di appropriarsi, in esclusiva, dell'organizzazione dei concorsi enologici abilitati dal Ministero al rilascio delle distinzioni, escludendo i numerosi enti che da anni li indicono, e cercato di far in modo che le commissioni fossero nominate dall'Associazione italiana sommelier, in barba alle norme comunitarie e nazionali".
Per la cronaca, l'emendamento della senatrice pidiellina non è passato.
E l'Ais cosa dice? Ho provato a contattare il presidente dell'Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta, che pure è fra coloro che mi stanno simpatici e col quale mi metterei volentieri a un tavolo per stappare qualche bella bottiglia. Gli ho domandato cosa ne pensasse. Ma è caduto dalle nuvole: "Mi dispiace non poter esserti di aiuto non conoscendo l'argomento, né il mio consiglio direttivo ha mai deliberato in proposito", mi ha detto.
Ora, faccio due considerazioni e due proposte.
Comincio con le considerazioni.
Prima considerazione: è un peccato. Sì, è un peccato che fra Assoenologi e Ais nascano degli screzi. Più che associazioni per me sono istituzioni. Mi dispiace se entrano in conflitto. Un chiarimento sarebbe utile.
Seconda considerazione: secondo me i concorsi enologici non sono utili né per i produttori, né per l'immagine del vino italiano. Posso capirli soltanto se diventino iper-restrittivi: un solo premiato e via, mica come si fa, quasi sempre, ora, che di medaglie e attestati se ne assegnano a badilate, tanto basta superare una certa soglia di punteggio. Lo vedreste un campionato di calcio nel quale lo scudetto viene vinto da tutte le squadre che superano, che so, i 50 punti in classifica?
Ora le proposte, conseguenti alle considerazioni.
Prima proposta: aboliamo i concorsi enologici. Mi pare che il Governo abbia invitato i cittadini a segnalare le spese inutili che si possono tagliare: la mia proposta è che si taglino i concorsi enologici, che comuqnue costano - e talvolta non poco - alle tasche dei cittadini. Aboliamoli una volta per tutte, o se proprio dobbiamo farli, almeno cambiamboli radicalmente e teniamone al massimo tre o quattro in Italia, non di più.
Seconda proposta: siccome sia Prevarin che Maietta (preferisco dire: sia Giancarlo che Antonello) mi stanno simpatici, mi piacerebbe vederli dirimere la questione bevendo una buona bottiglia assieme. Se volessero, sono disposto a offrirla.

8 commenti:

  • armin says:
    14 maggio 2012 alle ore 09:01

    ciao angelo,
    da cosa deduci ciò?
    mi meraviglia infatti se fosse veramente così:
    "...i concorsi enologici, che comuqnue costano - e talvolta non poco - alle tasche dei cittadini."

    terza coonsiderazione (mia): se il direttivo dell'ais non sa niente della proposta di legge, da dove è partita veramente?

  • Angelo Peretti says:
    14 maggio 2012 alle ore 09:17

    Armin, normalmente i concorsi enologici sono organizzati da enti pubblici. Le spese aumentano all'aumentare delle dimensioni del concorso: atti amministrativi, pubblicità, raccolta dei campioni, gettoni di presenza o rimborsi spese (viaggi), ospitalità ai giurati (pranzi, cene, hotel), ufficio stampa, ecc. Considera che per certi concorsi le commissioni occupano anche fino a 100 persone. Sono tutti soldi dei cittadini, dato che vengono spesi dall'ente pubblico.
    Per l'ultimo interrogativo, credo che a questo punto l'unica in grado di rispondere sarebbe la senatrice che ha proposto l'emendamento.

  • Filippo Ronco says:
    14 maggio 2012 alle ore 10:13

    Ho ringraziato questa mattina Elisabetta e ringrazio anche te per il servizio d'informazione. Mi era giunta la notizia all'orecchio in ambito locale - il che già secondo me era fuori di ogni senso - ma non pensavo arrivassero a provarci anche a livello nazionale. La cosa non mi stupisce minimamente comunque, anzi, rientra perfettamente nello stile di movimento di alcuni personaggi ai vertici dell'associazione. Io stesso sono testimone diretto di manovre intimidatorie di cui parlerò a tempo debito ma questa cosa dei concorsi rende ben chiaro il modo di porsi, lo stile, il rispetto, il tatto, anche nei confronti del resto del pianeta vino. Ed è un peccato perchè c'è tanta gente in gamba che ama il suo lavoro in un modo meno monopolistico e più altruistico di quanto appare.

    Come dice Armin, se il Presidente non ne sa niente e questa da sola varrebbe già un altro articolo (!) ci sarebbe da capire chi ha dato l'input alla senatrice. Perché o è una pazza visionaria con il sacro fuoco per l'ais che da sola e senza alcuna richiesta si muove addirittura in senato a favore (ma su questo anche ci sarebbe da discutere) dell'AIS, oppure, come è più logico immaginare, probabilmente qualcuno le ha richiesto questo tipo di "favore", certo trattasi di mistero imperscrutabile.


    Ciao, Fil.

  • Angelo Peretti says:
    14 maggio 2012 alle ore 10:36

    Filippo, io mi attengo ai fatti, e i fatti mi dicono, per ora, quanto ho raccontato. Poi, ripeto, ho simpatia sia per Prevarin che per Maietta e non mi piace che vi sia un dissidio tra le associazioni - istituzioni - che rappresentano, perché ritengo entrambe molto importanti per il vino italiano. Detto questo, credo che a questo punto, come ho risposto ad Armin, sarebbe interessante sentire che cosa ne pensi la senatrice Bianconi. Le ho inviato una mail questa mattina: se mi perverrà risposta ne darò conto.

  • Filippo Ronco says:
    14 maggio 2012 alle ore 10:46

    Certo Angelo, solo fatti, sempre.
    Attendo con curiosità eventuali sviluppi se ne avrai da raccontarci.

    Un caro saluto.

    Fil.

  • Remo Pàntano says:
    16 maggio 2012 alle ore 12:45

    ....mi piace molto l'idea di segnalare i consorsi enologici "ministeriali" come spreco!
    Credo sia daccordo anche la "casalinga di Voghera" che non gliene frega niente delle medaglie, che deve far quadrare i conti della spesa e chissà, magari, vorrebbe partecipare anche lei alla selezione dei vini, assieme a chi lo produce, a chi lo racconta e a chi lo dovrebbe consigliare e poi magari lo dovrebbe servire a tavola in maniera professionale!
    Ma, poi, chi sarà mai quell'oscuro personaggio che ha indirizzato una senatrice a distrarsi dai suoi gravosi impegni per dedicarsi a presentare un così utile emendamento per risollevare la crisi nazionale???
    Bando alle ciance, impegniamoci magari su fronti di maggiore utilità e poi chi è il sommelier? Chi ha stabilito che è più titolato quel tizio che ha in tasca la tesserina dell'AIS, piuttosto di quella della FISAR o dell'ASPI o atro ancora.....?
    Saluti cari e beviamoci sopra!!!
    Remo Pàntano
    info@remopantano.it

  • Angelo Peretti says:
    16 maggio 2012 alle ore 23:51

    @Remo. Beviamoci sopra. Riflettendo.

  • Andrea Tibaldi says:
    22 maggio 2012 alle ore 07:22

    Qui c'è poco da riflettere, questo è un esempio che dimostra una volta di più lo schifo che fa la politica italiana e tutti gli approfittatori che ci stanno dietro.
    Vuoi fare qualcosa di importante in Italia?
    Arrufianati il politico di turno e fai passare un emendamento di straforo sperando che nessuno se ne accorga.
    La meritocrazia in tutto questo cosa c'entra?
    E poi, scusate, l'AIS non è un'associazione privata che forma assaggiatori come le pare a lei? Che io sappia (correggetemi se sbaglio) non esiste l'albo nazionale dei sommelier, gli assaggiatori ufficiali dovrebbero essere solo ONAV, allora se vogliamo fare una cosa fatta come si deve, uniformiamo la didattica e facciamo entrare anche gli AIS nell'albo degli assaggiatori.

    A me sembra che nel mondo del vino le cose siano fatte veramente alla boia di un giuda, forse è anche per questo che i concorsi enologici non sono molto amati, perché spesso ci trovi delle ciofeche tra i vincitori, che chissà perché hanno vinto...

    Tutto questo lo dico da ignorantissimo in materia, scusate se ho detto cose non vere e correggetemi pure se il caso, ma proprio per questo credo sia importante la mia testimonianza: è la visione di uno che entra in questo mondo per la prima volta... E vi assicuro che non è una bella impressione.

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