Avete voglia di conoscere il Ciso? Allora l'appuntamento è per domenica 3 giugno, dalle 15 alle 22, a Castel Noarna, a Noarna di Nogaredo, nel Trentino. E detto questo, la storia va spiegata. A cominciare dal Ciso. Che è il nome di un contadino e di un vino. Il contadino aveva una vigna vecchissima, su piede franco, di vite lambrusca a foglia frastagliata. Pergola doppia a Mama d'Avio, in Valdadige, al confine fra Trentino e Veneto. Il vino, con l'uva di quella vigna, lo fanno I Dolomitici, un team di vigneron tridentini (Liberi Vignaioli Trentini, si autodefiniscono, ed hanno un loro manifesto programmatico), che sono: Castel Noarna, Cesconi, Dalzocchio, Elisabetta Foradori, Eugenio Rosi, Fanti, Francesco Poli, Gino Pedrotti, Maso Furli, Molino dei Lessi, Vilar. Gente che il vino lo sa fare, eccome.
Il Ciso, inteso come vino, è dunque un progetto collettivo. Dedicato al Ciso contadino che ha consegnato ai Dolomitici la sua vetusta vigna. "È alla sua memoria - scrivono i vignaioli - che abbiamo voluto dedicare questo vino, simbolo della sapienza contadina che sapeva mettersi in ascolto della terra; che promuoveva la biodiversità coltivando nei filari mais, tabacco, frumento, zucche, fagioli; che ci ha consegnato intatto, dopo oltre cento anni, il patrimonio di una varietà antica così saldamente legata al territorio trentino. Piantato ad inizio del Novecento, il vigneto è composto da 727 ceppi di lambrusco a foglia frastagliata franchi di piede. I Dolomitici hanno deciso di conservarlo e produrvi un vino che esprima l’essenza di questa preziosa varietà e il sapore della terra in cui affonda le sue antiche radici.
Nella vendemmia 2010 ne sono state imbottigliate 3000 bottiglie e 150 magnum".
Mi pare che sia un po' tutto spiegato, per quel che riguarda storia e progetto.
Quanto al vino, quello l'ho tastato alla mostra mercato dei Vignaioli del Trentino, a Trento. E mi ha fatto una gran bella impressione, ennesima riprova di come le vecchie varietà vallagarine a bacca nera abbiano molto da dire.
Ha naso spettacolare, questo rosso. Fragola matura, amarena, ciliegia cotta in acqua e zucchero, come faceva mia nonna, fiori macerati e potpourri, rose di maggio, erbe officinali.
E in bocca ecco che ritrovi il medesimo quadro aromatico. E tannini decisi e quasi selvatici, com'è tipico dei vini da uve lambrusche.
Vin rustico, e proprio qui sta la sua modernità. Ovvio, è giovanissimo. Va atteso. Ma se mi fido dell'olfatto, be', vale la pena comprarlo e metterlo in cantina e aspettare. L'attesa verrà ripagata, eccome.
Ciso 2010 I Dolomitici
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Grazie dello splendido articolo!
Vi aspettiamo a Castel Noarna il 3 giugno per festeggiare assieme l'arrivo del Ciso!
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Angelo ma come faccio ad andarci se l'articolo del 23 Maggio è con l'Internet Gourmet del 3 Giugno inviatomi alle 19,48 ?? Mica riesco a tornare indietro con la Macchina del Tempo , non credi ...mannaggiaaaaaaaaaaaaa . Ermes Z.
@Ermes, sulla newsletter vengono riportati i link agli articoli pubblicati su InternetGourmet nell'ultima settimana: il trucco è leggere quotidianamente InternetGourmet senza aspettare la newsletter...
Hai ragione è che c'è cosi tanto da leggere in giro che anche se sono in pensione da 1 anno non riesco , sono più impegnato che quando andavo al lavoro, mannaggia ! Saluti Zini E. p.s posso chiederti se hai rifatto un libro come "Vini delle Regioni d'Italia " ed.Demetra del 2000-2001 ?