Tutta colpa dei diritti d'impianto

15 luglio 2012
[Angelo Peretti]
Leggo su un comunicato stampa che la liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti "avrebbe un impatto fortemente negativo sul settore: sovrapproduzione, caduta dei prezzi, diminuzione della qualità, delocalizzazione dei vigneti nelle pianure, industrializzazione, concentrazione e sparizione delle aziende familiari, conseguenze sull’ambiente, sulla gestione del territorio, del paesaggio, del turismo". Be', mi piace chi sostiene con convinzione le proprie ragioni, e dunque posso apprezzare coloro - e sono tantissimi, la stragrande maggioranza - che ritengono che si debba dire di no all'ipotesi europea di liberalizzare il diritto di piantare nuove vigne. Io non la penso come loro, da vecchio nostalgico uomo di vedute liberali quale sono, io penso che non si possa dire di no a prescindere, ma posso capirli.
Tuttavia, anche il turismo, anche il paesaggio, adesso, verrebbero danneggiati dal piantar nuove vigne? Me lo spiegate come? O sono meglio i paesaggi vallivi densi di capannoni industriali o coperti, laddove non ci sono i capannoni, da pannelli solari? Quelli sì che fanno bene al turismo...
Già, tutta colpa della liberalizzazione dei diritti d'impianto: adesso che me ne sono reso conto, finalmente ho capito anche cosa fa aumentare lo spread, come mai c'è sempre meno gente nei ristoranti, da cos'è provocato l'effetto serra, perché ci sono in giro così tante zanzare tigre, perché non si usano più i telefoni a gettone, come mai se mangi patatine fritte tutti i giorni ingrassi.
Dai su, riportiamo il dibattito su uno scenario concreto.

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