[Angelo Peretti]
E poi ce la tiriamo tanto dicendo che siamo noi europei quelli che hanno la cultura del vino. Ma va là: voglio guidare una macchina dell'Oregon, loro sì, 'sti americani, sanno come si fa a promuovere il senso del territorio del vino. Da maggio del 2012, il governo dello stato dell'Oregon permette di cambiare la targa della propria automobile: se ne può comprare una con un vigneto sullo sfondo e la dicitura "Wine Country", terra del vino. Basta pagare una sovratassa di 30 dollari, che non è granché come cifra. Ma non è mica finita lì: i 30 verdoni non sono mica buttati a fondo perduto nelle casse governative, nossignori. Il decreto dice che "the Oregon Tourism Commission will use the $30 surcharge to promote
agricultural and culinary tourism in Oregon with an emphasis on the
geographic areas where grape growing is a significant part of the
economy". Proprio così: i 30 dollari di sovratassa verranno usati dall'ente turistico dell'Oregon per promuovere il turismo rurale e gastronomico nello stato, con una particolare attenzione a quelle aree dove la viticoltura è una parte significativa dell'economia". Un riconoscimento forte e chiaro del ruolo dei vignaioli. E c'è anche un sito internet sul quale sarà possibile vedere come vengono adoperati i quattrini. Proprio come qui in Italia, vero?
Attenzione: non è che questa opzione resa disponibile dal governo di questo stato americano stia a significare che da quelle parti si va giù di manica larga con gli alcolici. Nossignori. Tant'è che nessuno può azzardarsi a mettere sulla macchina la pubblicità di questa o quella cantina. Ma questo è ancora più significativo: è la realtà economica basata sulla vigna quella che viene esaltata, è la visione d'assieme. Insomma: è la scelta giusta. Sissignori, vorrei guidare una macchina dell'Oregon.
Sono una "veronese nel mondo" residente negli USA (Ohio), trovo la vostra "newletter" interessantissima. Forse potreste fare "un salto" negli USA, gli stati dell'Oregon, Washington hanno dei buoni vinelli. Per non parlare della California. Io, da brava veronese campanilistica, per molti anni non permettevo vini in casa o al ristorante che non fossero italiani, ma da qualche anno, dopo varie gite nelle zone sopra ho cambiato idea, sono buonissimi e contendono i loro titoli dignitosamente. Naturalmente, ogni volta che chiedo spiegazioni mi si dice che i metodi sono "copiati" quasi sempre con l'assistenza di specialisti italiani. Paola GH
Grazie per la bella testimonianza! E grazie per le belle parole.
...da noi sarebbe rischioso, a mio parere, girare con la targa della propria auto raffigurante un bel calice di vino rosso e magari la didascalia evviva l'oltrepo o la valpolicella, vi immaginate quanti palloncini fareste consumare alle forze di polizia locali e non?