A proposito di un Amarone del '98

19 ottobre 2012
[Mario Plazio]
Lo stile di Marinella Camerani è cambiato nel corso degli anni. Era molto più muscolare e dimostrativo negli anni ’90, si è fatto più elegante e territoriale col passare del tempo. L’uso del rovere si è meglio armonizzato e i vini ne risentono in positivo. Il suo Amarone del '98 appartiene alla fase più “modernista” nella quale l’uso disinvolto del legno non sempre aiutava il vino ad uscire. Abbina un naso reticente e quasi timido, dove pian piano fanno capolino le ciliegie macerate, le erbe, la china, il cacao e una bella mineralità, ad una bocca troppo incentrata sulle sensazioni alcoliche.
È ovvio che parliamo di un Amarone e che quindi l’alcol è sempre presente sullo sfondo. Solo che in questo caso mi pare che il legno mal si combini con la struttura del vino e che il liquido si sia impantanato nei suoi aspetti più pesanti. È un peccato perché il vino dimostra integrità e profondità e sarebbe potuto andare ancora oltre.
È invece condivisibile la scelta di ricercare un vino perfettamente secco e privo di residui zuccherini. Il finale è positivo e ricorda la terra e l’humus.
Amarone della Valpolicella 1998 Corte Sant’Alda
2+ faccini :-) :-)

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