Un "vino rosso" a corona buonissimo

22 marzo 2013
[Angelo Peretti]
Entro all’enoteca Bulzoni, ai Parioli, a Roma, che è una sorta di tempio dedicato al culto dei cosiddetti “vini naturali”. Ho voglia di prendermi un aperitivo. Siedo. Ordino: un Muscadet e crostini con le acciughe. Sugli scaffali dei rossi piemontesi ecco che vedo una curiosa bottiglia col tappo a corona. Etichetta rossa, testo scritto a mano. C’è scritto “vino rosso”, in grande, in alto a sinistra. Guardo meglio, e vedo: “imbottigliato dall’azienda agricola Cascina Tavijn di Nadia Verrua”. Opperbacco, la Nadia Verrua di quel buonissimo Ruché che ho tastato qualche tempo fa e poi mai più. Stavolta con un “vino rosso” che una volta si sarebbe chiamato “vino da tavola”, ma che adesso, con le nuove regole, non si può più chiamare “da tavola”. In tappo a corona. A quattordici gradi di alcol. Non filtrato (c’è scritto anche questo).
Perbacco, mica può passare inosservato e imbevuto un vino del genere, e allora lo prendo dallo scaffale, sborso i 12 euro e rotti del prezzo, e me lo porto via.
Poi, apro. Flap! Via il tappo a corona. Verso.
Violaceo scuro alla vista.
Naso rusticotto, magari subito neppure pulitissimo, ma sotto è ben fruttato di frutti rossi maturi. Certo, qualche dubbio mi viene: “Oddìo - mi dico - sarà mica il solito bioqualcosa puzzettoso, vero?”
Poi tasto in bocca. E, oplà, mi piace! Leggerissimamente petillant, ruvidamente tannico, morbidamente fruttuoso di mirtillo, mora, prugna. Un che di violetta, anche. Un che di noce appena raccolta, tannica pur’essa. Ne bevo un bicchiere e un altro – ho volutamente scelto il bicchiere tozzo, senza gambo: mica è vino da calice fighetto, questo - e mi dispiace solo una cosa: non avere sotto mano qualche fetta di bollito misto, ché ci starebbe davvero bene.
Ho letto da qualche parte che è fatto coll’uva di barbera. Sa di barbera, in effetti, o quanto meno la ricorda.
Ovviamente, essendo un “vino” (ex “da tavola”) non c’è annata in etichetta. Però leggo il lotto, e vedo 2011/12. Imbottigliato, forse, a dicembre del 2011? Potrebbe essere, allora, di quello stesso anno?
Boh, non lo so.
So solo che lo ricomprerò, alla prima occasione, sissignori.
Vino Rosso Cascina Tavijn
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)

7 commenti:

  • Daniele Tincati says:
    22 marzo 2013 alle ore 22:29

    Caro Angelo, hai beccato una bottiglia di uno di quei produttori naturali che il vino lo sanno fare davvero
    Nadia Verrua frequenta quelle fiere da molto tempo
    Salute.

  • Damiano Zerneri says:
    23 marzo 2013 alle ore 00:40

    Però dodici euro per un vino così... mi pare un prezzo non corretto.

  • Daniele Tincati says:
    24 marzo 2013 alle ore 21:56

    Effettivamente 12 euro non sono pochi. Bisognerebbe capire che ricarico fanno in enoteca. Secondo me in cantina costa molto meno.

  • Angelo Peretti says:
    24 marzo 2013 alle ore 22:49

    @Damiano. Un "vino così" come? Ho detto che è buonissimo...

  • Damiano Zerneri says:
    24 marzo 2013 alle ore 23:34

    No no, non metto affatto in dubbio che sia buono, ci mancherebbe. Ma un vino con queste caratteristiche, semplice, orgogliosamente quotidiano, "entry level" (della produzione aziendale) mi pare abbia subito un ricarico di prezzo parecchio pesante. Credo, non ho elementi ulteriori, chiaro, Per dire, on line a quel prezzo trovi il loro Ruchè annata 2010.

  • Angelo Peretti says:
    28 marzo 2013 alle ore 22:16

    Ho chiesto informazioni a Nadia Verrua via Facebook. Mi ha risposto così: "Facendo io le etichette scritte a mano e usando spesso la stessa carta colorata mi rendo conto della confusione. Se ti capita devi controllare il lotto, dove metto solitamente le iniziali del vitigno. Questo è una prova di Ruché 2011 senza solforosa. Il prezzo in cantina è 9,00 € più spedizione. Di questo ne abbiamo fatto poche bottiglie".

  • Anonimo says:
    4 aprile 2013 alle ore 15:12

    Pagato 5 euro 5 direttamente da Nadia Verrua a GUSTONUDO, Bologna.

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