[Angelo Peretti]
Il progetto che va sotto il nome (e l'etichetta) di Perle d'Uva nasce dalla sperimentazione di uno di quei vignaioli che si usano definire "naturali": Gaspare Buscemi, da Cormons, nel Goriziano. Sono, quelli che si chiamano appunto Perle d'Uva, vini con le bollicine, e nascono - lo leggo sul sito aziendale - da "una cuvèe delle due annate che precedono quella dell’imbottigliamento utilizzata per fornire gli zuccheri necessari alla rifermentazione in bottiglia. Le uve impiegate sono pertanto almeno di tre annate e di diverse varietà". Insomma: la presa di spuma si innesca non già dall'aggiunta di zuccheri, bensì dagli stessi zuccheri prodotti dall'uva dell'annata più giovane, facendo così rifermentare i vini di due annate precedenti assemblati ad hoc.
Quello che ho bevuto io a una rassegna di vini "naturali" è un Perle d'Uva del 2001, e dunque vuol dire che nasce da un assemblaggio di vini bianchi del 1999 e del 2000, fatti rifermentare col mosto delle uve raccolte nel 2001. O almeno spero di aver capito bene.
Attezione: ho detto "bevuto", non "assaggiato", ché non sono proprio riuscito a sputarlo come di solito si usa nelle degustazioni seriali. Nossignori, questo va giù che è un piacere. Anche se è strambo mica poco. Ricorda infatti, al naso, e poi in parte anche al palato, lo Sherry, con quelle sue spiccate - ma pulitissime, si badi - vene ossidative che rammentano le foglie secche, la mobilia antica, la spezia. Ma ha anche una tensione e una freschezza che avvincono. E una profondità di tutto rispetto.
Sboccato nel 2009, è ancora giovanissimo, e credo che chi ne ha in cantina qualche bottiglia bene farebbe a tenerla lì ancora un po'.
Perle d'Uva 2001 Gaspare Buscemi
Nel suo genere, tre lieti faccini :-) :-) :-)
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