[Angelo Peretti]
Questa definizione non l'avevo ancora incrociata: agricoltura informatizzata. L'ho sentita ieri a Roma, in un convegno nel quale di faccende agrarie non pensavo proprio nemmeno si accennasse. E invece ecco qui: agricoltura informatizzata. Il convegno era all'Abi, l'Associazione bancaria italiana, il sindacato delle banche, insomma. Titolo dell'incontro, una domanda: "Cosa serve per far ripartire il lavoro?". Tra i relatori, Marina Montironi, direttore della Business School e dell'HR (sta per Human Resources, il personale insomma) della Ernst & Young, una delle più grandi società di revisione al mondo. È stata lei a tirare in ballo il concetto di agricoltura informatizzata citando alcune tra le (poche, purtroppo) nuove forme concrete di "ripartenza" del lavoro messe in campo in questi ultimi tempi, che sappiamo bene essere all'insegna - ahinoi - di una grave crisi occupazionale.
Con quella definizione faceva riferimento a una serie di micromprese agricole fondate da giovani che usano la rete per far conoscere e collocare le loro produzioni. Ecco: è un esempio di soluzione innovativa alla domanda di flessibilità imprenditoriale. Solo che - dico io - c'è un prerequisito fondamentale per far funzionare questo modello di agricoltura innovativa: serve che la rete funzioni, che si abbatta quella separazione digitale che caratterizza ancora amplissima parte delle campagne e delle montagne italiane.
Ne ho già parlato altre volte - anche molto di recente - su quest'InternetGourmet: uno degli interventi immediati che i nostri governanti dovrebbero attuare per sperare di rilanciare l'economia reale è quello di abbattere il digital divide. Lo so che è un tormentone, il mio, ma la cosa è più che urgente. Ce la faranno? Ce la faremo? Incrocio le dita. Intanto prendo atto che anche Ernst & Young vede nel connubio fra agricoltura e informatizzazione una formula vincente: è una buona notizia.
Sono d'accordo con te Angelo.
Circa il ce la faranno i ns. politici: penso proprio di no.
Anche questi giorni dimostrano che si litiga per una poltrona o un nome, dimenticandosi della situazione del Paese.
E noi andiamo avanti con la routine contadina.
Stefano, prima ancora e più dei litigi dei politici, a preoccuparmi è l'istinto di autoconservazione della burocrazia: è lì il problema maggiore. Il Belgio ci ha insegnato che senza politici si può andare avanti, ma in Italia è la macchina burocratica quella che inceppa gli ingranaggi. Ti dice niente la buricrazia che tu sei costretto a "subire" come vignaiolo?
Hai nuovamente ragione Angelo.
Proprio per questo non produco più ne vini d.o.c. ne vini i.g.t., con mio rammarico.
AGRICOLTURA INFORMATIZZATA ...
Da almeno 10 anni,nella mia azienda, stiamo creando un archivio digitale inserendo il maggior numero di informazioni possibili; dalle date della potatura, concimazioni, fioritura, trattamenti vendemmia, andamento metereologico, ore di intervento, costi, ecc...
Abbiamo anche iniziato ad incrociare tutte queste informazioni per creare dei grafici che possano esplicitamente dare indicazioni concrete per le previsioni future.... e, credetemi, spesso emergono dei risultati molto interessanti.
Queste operazioni richiedono si del tempo ma di solito vengono fatte nei tempi morti, di sera, quando piove ... insomma nel tempo libero, che poi ... tempo libero in campagna!
Ovviamente oltre a quanto indicato, in modo sintetico, noi utilizziamo la rete in modo massiccio e costante, praticamente siamo collegati, sopratutto per l'agriturismo, alla rete 24 ore su 24.
Già da ora credo che l'agricoltore evoluto, non per scelta ma assolutamente per necessità, deve considerare il fatto di alternare la sua presenza in campo e sulla rete; quanto prima sarà in grado di farlo tanto più opportunità si presenteranno.
Splendida testimonianza Giordano