[Angelo Peretti]
Apprezzo l’impegno dei “colfondisti” per mantenere viva, ed anzi rilanciare e incentivare, la tradizione del Prosecco “sur lie”, quello frizzante sui lieviti, che è stato ribattezzato, appunto “col fondo”, perché vi rimane un sedimento, il “fondo”. Apprezzo l’impegno, anche se devo dire che i risultati talvolta – badate bene: talvolta - mi lasciano perplesso, con quell’amaro finale che non mi va e quelle stonature olfattive che mi disturbano. Il dubbio era se queste note dissonanti fossero permanenti, oppure se il tempo le potesse mitigare o annullare. Così, quando a Piacenza, alla prima edizione del Mercato dei Vignaioli della Fivi, ho visto all’asta (l’asta era quella che i Vignaioli indipendenti avevano allestito per i loro colleghi liguri colpiti duramente dalle calamità naturali) una mini verticale di tre annate del ProFondo, il Prosecco “col fondo” dell’azienda agricola Valter Miotto, che sta a Colbertaldo, nel Trevigiano, ho colto l’opportunità e mi sono portato a casa le tre bottiglie. Le ho fatte riposare ancora e ora le ho aperte. E il risultato lo racconto qui sotto, non prima d’aver annotato che il vino è chiuso con tappo a corona e bidule.
Una cosa però mi sento di dire prima di scrivere qualcosa di ciascuna delle tre bottiglie: il tempo fa bene al Prosecco “col fondo”. Non bisogna aver fretta di stapparlo. E invece comunemente dura il tempo di un amen appena fuori di cantina. Ovvio: il tempo fa bene se il vino è fatto come si deve. Ma in questo caso – nel caso di Miotto, intendo – questo è un requisito che non manca di certo.
Prosecco ProFondo 2008 Miotto
Naso “prosecchista” che di più non si può: la pera, in particolare, emerge pulitissima. La bocca è tesa, affilata. Croccante di frutto. Sapida. Si beve che è un piacere, e chiamerebbe ad alta voce la compagnia di pane e soppressa trevigiana. La cosa che più mi impressiona è proprio la pulizia, che a questi livelli raramente ho trovato in un vino “sur lie”, e non sto parlando solo di Prosecco. Nel suo genere, un gioiellino. Ed è un 2008, attenzione.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Prosecco ProFondo 2009 Miotto
Il 2009 mi pare nel bel mezzo di quella fase involutiva che a volte attanaglia i vini “sur lie”. Meno pulito del 2008, è comunque piacevolmente asciutto. Pian piano si apre verso il frutto, senza tuttavia mai riuscire a togliersi di dosso la sensazione di un vino un po’ crudo.
Un faccino :-)
Prosecco ProFondo 2010 Miotto
Il 2010 è un giovinetto (il 2010, mica un Prosecco di pochi mesi). All’olfatto porge frutto e fiori bianchi, che si ritrovano puntuali all’assaggio. La bolla è misurata, l’eleganza d’assieme ricorda il 2008, a conferma di una notevole padronanza stilistica. Anche se ha un che di morbidezza che lo mette appena un gradino di sotto – ma è personalissima questione di gusto – al più vecchio del trittico.
Due lieti faccini :-) :-)
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