Coraggio, produttori campani: certificatevi

6 novembre 2013
[Angelo Peretti]
Sarà un’impressione, ma mi pare che ci sia un clima di caccia alle streghe quando si parla di agricoltura e di prodotti agroalimentari della Campania. Giusto per dire, ogni tanto su qualche giornale, emittente, sito salta fuori qualche magagna sulla mozzarella di bufala, e ora infuria la polemica sulle derrate che arrivano dalla cosiddetta Terra dei Fuochi. Che i problemi ci siano, mi pare evidente. Che si faccia d’ogni erba un fascio, mi pare una stupidaggine. Per quanto mi riguarda, io che vivo agli antipodi rispetto alla Campania, continuo a godermi il piacere d’una buona mozzarella di bufala campana e il sapore avvolgente del pomodorino del piennolo del Vesuvio, così come seguito a condirmi la pasta, che per me è sempre quella di Gragnano, con la colatura di alici di Cetara.
Detto, questo, tuttavia, non mi va ‘sta polemica – e il correlato vittimismo - che s’è innescata in questi giorni per la pubblicità d’una marca settentrionale di derivati del pomodoro che s’è fatta pubblicità asserendo che le sue materie prime vengono dal nord Italia. Non mi va perché l’azienda ha banalmente fatto quello che fa un’azienda che ha l’obiettivo di guadagnare, in ogni angolo del mondo: ha visto aprirsi un varco comunicazionale e ci si è infilata. Il problema non è la pubblicità, bensì il varco. E il varco non l’ha aperto quell’azienda. Ecco perché trovo ‘sta polemica sterile e inutile e dannosa.
Personalmente, credo che mai come ora – e ancora di più sarà così in futuro – per il comparto agricolo sia necessaria la trasparenza. Sono stufo di parole e parole sulla cosiddetta tracciabilità. La tracciabilità la voglio dal singolo produttore, altroché. Io adoro il sapore dei prodotti campani, e ancora di più adorerei se oggi che sono nell’occhio del ciclone gli agricoltori campani, anziché aspettare di veder marcire invenduti i loro strepitosi prodotti (o essere costretti a svenderli a pochi soldi), investissero pochi denari per farli certificare. Ci sono in giro tante, troppe chiacchiere che se va avanti così temo che finiranno per danneggiare tutto il comparto agricolo campano. Bene, allora è il momento di agire: siccome sono straconvinto che la stragrande maggioranza dei produttori agricoli della Campania non abbia niente da nascondere, è ora di mettere nero su bianco l’assoluta salubrità dei loro prodotti, sbattendo in faccia al mondo le analisi che lo attestino. Non è una grande spesa, però è un grande investimento. Ma occorre che siano i singoli a farlo, e ne guadagneranno credibilità duratura. Alla faccia della caccia alle streghe. Coraggio.
Oh, attenzione: è solo un'opinione.

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