Un Trento di struttura

1 novembre 2013
[Angelo Peretti]
Chissà mai perché i trentini hanno inventato (pardon, fatto inventare) quel bizzarro logo di Trentodoc. Boh, mistero. La denominazione si chiama Trento, e i Trento sono vini con le bolle, con la presa di spuma che avviene in bottiglia secondo il metodo classico. E tanto mi basta, anche se in etichetta di questo vino bollicinoso che adesso vado a descrivere c'è proprio il logo del Trentodoc e anche l'indicazione del Talento, altro marchio d'invenzione per me piuttosto incomprensibile, col risultato che - appunto - si rischia di non capire cosa si sta bevendo: un Trento? un Trentodoc? un Talento? Per me, dicevo, questo è un Trento. Un Trento Dosaggio Zero. Quello di Letrari. Ed è buono.
Ecco, questo qui è un metodo classico trentino adatto a chi cerchi la grassezza, il frutto possente, la struttura, con le bollicine che aggiungono slancio, ma senza sdolcinature zuccherose. Insomma, per capirsi, non è mica un vino da aperitivo, ma semmai cerca piatti di una certa presenza.
Cuvée di chardonnay e pinot nero, quello che ho bevuto è un millesimato 2009 sboccato a giugno del 2012, ma a mio avviso ancora un po' di sosta in bottiglia potrebbe (ne sono pressoché convinto) ulteriormente giovargli: non ha certo paura del tempo che scorre.
Trento Dosaggio Zero 2009 Letrari
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)

2 commenti:

  • albino armani says:
    5 novembre 2013 alle ore 07:26

    823: Trento. Punto e basta. Chiaro no?

  • Angelo Peretti says:
    5 novembre 2013 alle ore 07:37

    Chiaro, Albino.

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