[Angelo Peretti]
L'annuncio era stato dato verso la metà d'ottobre dell'anno passato: la Ruffino, storica marca toscana, oggi di proprietà dell'americana Constellation Brands, è tornata a commercializzare il Chianti in fiasco. Dopo quasi trent'anni dall'ultimo "vecchio" fiasco messo sul mercato. Una scelta coraggiosa, sotto certi versi, ma ben studiata: un "nuovo" fiasco di design, alleggerito nella forma, portato a un litro di contenuto, impagliato - se si può ancora usare questo termine - con la carta, con dentro un Chianti Superiore. Bene, leggo ora che in un paio di mesi di Chianti Ruffino in fiasco se ne son venduti 23mila pezzi, "due volte e mezzo le previsioni".
Cosa succederà in futuro per il rinnovato fiasco chiantigiano è difficile prevederlo, però l'operazione nostalgia pare che nel vino funzioni. Era già successo un paio d'anni fa con il Soave Bolla, tornato nella (bella) bottiglia renana che gli apparteneva e che era quasi un simbolo del vino bianco italiano nel mondo. Ora ecco che torna di scena prepotentemente anche il fiasco della Ruffino. C'è voglia di tradizione, mi pare, fra chi beve vino.
Ieri Bertani ha presentato una nuova referenza di Soave, in bottiglia renana ed etichetta vecchio stile: adesso voglio anche il Lugana nella bottiglia renana.
Max Perbellini