[Angelo Peretti]
Tra i tanti motti latini imparati al liceo, ce n'è uno che ogni tanto mi risuona nelle orecchie: primum vivere, deinde philosophari, che significa che prima occorre pensare a vivere, e poi a fare filosofia. Ecco, credo che questo motto ce lo dobbiamo ben tenere a mente quando ci avviciniamo al vino, e sto parlando soprattutto alla platea degli appassionati. Ché chi fa vino, a meno che sia ricco di suo, o votato al martirio, lo fa per viverci, mica per far filosofia (o poesia, fate voi): la famiglia bisogna mantenerla, gli operai bisogna pagarli, il mutuo bisogna onorarlo, e dunque prima di tutto occorre far quadrare i conti, e guadagnare abbastanza dal vino.
L'appassionato, il wine lover, come dicono gli americani, questo se lo scorda troppo spesso, e tende dunque a idealizzare il vino e il produttore, quasi che si trattasse di entità metafisiche. Nossignori, son fisiche, queste realtà, e bisogna farci i conti tutti i giorni. La cantina non è uno scrittoio poetico.
Oggi m'è venuto in mente questo. È un invito alla concretezza, in fondo. Non credo sia necessario aggiungere altro: ad ognuno le proprie conseguenti valutazioni.
Quanta saggezza e concretezza in queste nobili riflessioni!
Troppo spesso, si celebra l'astrazione di un bucolico mondo del vino felix, lontano dai quotidiani drammi umani.
Chi ci campa sa benissimo che non è così.
"Alla salute!"
Quoto in pieno Angelo!
E nient'altro aggiungo come beb hai detto tu.
Ciao, Massimo C.
Non si può che concordare in pieno, è un bel pensiero su un rischio che, a dire il vero, anch'io mi accorgo a volte di correre...
Per assonanza, mi permetto solo di aggiungere, a uso di alcuni produttori e operatori della filiera, che anche il cliente è un'entità poco metafisica e molto concreta. E ancora più concreto è il contenuto del suo portafoglio, che, ahimè, anche nel vino sempre più tende per forza di cose a spingere verso un corretto rapporto qualità/prezzo, concedendosi solo raramente voli occasionali e pindarici per provare presunte vette qualitative.
Faccio mea culpa attraverso un coming out al riguardo.
Sarà perchè sono un sognatore e a volte rimango talmente affascinato da certi produttori da sfiorare l'iconoclastia, sarà perchè a volte incontro vini dai tratti cosi' lisergici che mi trasportano in una dimensione onirica, sarà perchè non lavorando nel vino egoisticamente mi limito a degustarlo e a vederne solo la poesia senza mai porgermi il problema che al 31/12 anche le mie amate cantine chiudono un bilancio che deve dare possibilmente utili.
Per punizione stasera acqua
Michele Malavasi
Michele Malavasi
Eh, sì, Michele: una giornata di acqua per giusta punizione ci sta.
@Remo, Massimo, Lorenzo: grazie del vostro apprezzamento
è senz'altro un aspetto che si fa una gran fatica ad accettare e conciliare
ma quante volte abbiamo rischiato (meglio, Franco ha rischiato) di non pensare a vivere
e infine è un bel sollievo essere quasi vecchi perchè qualche scappatella ora ce la concedono
grazie a tutti questi ragazzi che rispettano le regole del vivere e filosofeggiano anche sul vino ambra