Champagne: se la cuvée vince sul millesimo

21 maggio 2013
[Angelo Peretti]
Sei Champagne, tre millesimati e tre no. Li abbiamo bevuto all'Oseleta, il ristorante del Wine Realis Villa Cordevigo di Cavaion Veronese in una serata "targata" anche InternetGourmet. In abbinamento ai piatti di Giuseppe D'Aquino, chef campano trapiantato in terra veneta. E degli Champagne che abbiamo avuto nei bicchieri, mi pare di poter dire che alla fine i non millesimati hanno vinto sugli altri. Il che non mi stupisce. Perché, fatte ovviamente le dovute e doverose eccezioni, in genere questa è anche la mia scelta. Giacché quando bevo bolle a tavola - e soprattutto all'aperitivo, a dire il vero - non cerco la complessità, bensì la beva. E la beva mi viene garantita soprattutto - lo so, così generalizzo e banalizzo - dalle cuvée di più annate.
Comunque, ecco grosso modo com'è andata vino per vino.
Champagne Blanc de Blancs Rèserve Brut Grand Cru Vazart-Coquart
Tipicamente chardonnay da aperitivo. Floreale, fruttino bianco delicato, fresco.
Un faccino e quasi due :-)
Champagne Dosage Zéro Couche Père et Fils
Il campione della serata, preferito da circa metà dei partecipanti: vincitore assoluto. Eppure è un vino mica facile, perfino un po' rustico: 70% di pinot noir, 30 di chardonnay. Ma era indubiamente il più "champagnoso" dei vini serviti, e questo ha fatto la differenza, insieme alla sua notevole abbinabilità coi piatti di mare.
Due lieti faccini :-) :-)
Champagne Pinot Meunier Brut José Michel 
Ecco, questo qui è uno Champagne che comprerei e metterei da parte ancora un annetto: sono sicuro che darebbe grandi sodisfazioni. Acido, fruttato, speziato, e ancora compresso: figurarsi quando - inevitabile - si aprirà. Bel vino, e comunque si è piazzato secondo come preferenze.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Champagne Millésime Extra Brut 2008 Daniel Savart
Urca, adesso mi smentisco: questo è millesimato e mi piace un sacco. Adoro le bolle che sanno di mandarino, e questo sa di mandarino e kumquat, ed è fresco e salatino e va giù un bicchiere dopo l'altro. Certo, è un po' semplice, ma mica è banale. Fatto per il 40% di chardonnay e il 60 di pinot noir. A preferirlo siamo stati solo in due. Lo riberrei subito.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Champagne Millésime Brut 2005 Jean Velut
Probabilmente bisogna aspettarlo ancora, perché mi pare faccia fatica a prendere il volo. Però è una bolla gastronomica, perché col cibo ci sta benissimo: asseconda il pasteggio in maniera considerevole, e infatti è piaciuto a molti.
Due lieti faccini :-) :-)
Champagne Millésime Brut 2002 Pierre Legras
Ha dentro tanto chardonnay, e si sente, con quella mineralità tipicissima, epperò anche un po' ostica per chi, come me, non è esattamente un fan della varietà. Corretto con un pizzico di pinot noir (meno del 5%). Bisogna aspettarlo ancora qualche anno, credo, e allora darà soddisfazione notevole ai fan dello chardonnay bollicinoso.
Un faccino e quasi due :-)

1 commenti:

  • Anonimo says:
    21 maggio 2013 alle ore 18:04

    Bravo Angelo, come sempre uno spunto di gran buon senso, "in tutti i sensi". Buon lavoro, Giacomo

Posta un commento