[Angelo Peretti]
I vegani rifiutano ogni forma di sfruttamento degli animali. Dunque, in campo alimentare non mangiano nulla che abbia origine, appunto, animale. Il problema, per chi ha abbracciato questa filosofia, è il vino, perché per produrlo si utilizzano anche dei derivati animali: per esempio la caseina o l'albumina che si adoperano per le chiarifiche, ma anche la colla di pesce o le gelatine ottenute dalle ossa. Però fare il vino senza impiegare derivati animali non è impossibile, e dunque chi si asterrà dall'uso di questi prodotti potrà chiedere un'apposita certificazione. L'ho letto in un articolo pubblicato nella rubrica Terra&Gusto del portale dell'agenzia Ansa. "A certificare che nel
vino per vegani non ci sia traccia di sostanze animali - è scritto - saranno
l'Associazione Vegetariana Italiana (Avi) e Valoritalia".
Insomma, pare che possa arrivare un nuovo bollino, ad aggiungersi ai tanti che già popolano il settore dell'agroalimentare, e questo non è che mi faccia proprio un grande piacere. Però capisco che per chi si atterrà a questa pratica si aprono prospettive commerciali inesplorate, in Italia e fuori, e in più si prova a dare una risposta alle legittime esigenze di chi ha scelto un regime alimentare fondato su una precisa filosofia. Ma la cosa che reputo più interessante in questa faccenda è che si parla di vino come alimento. Già, un alimento: la dimensione originaria del vino.
Bello. Direi che i vini così detti "naturali" sono anche vegani.
A tal proposito segnalo per gli amici vegani i verdicchi di Jesi della cantina Pievalta (gruppo Barone Pizzini) certificati in etichetta biologici, biodinamici e Vegani.
Michele Malavasi
Aggiungo che c'è il marchio VeganOK, il sito http://www.barnivore.com/ e che tra i vini NON vegani ci aggiungerei tutti quelli biodinamici (strettamente Steineriani) perché per i preparati 500 utilizzano intestini di vacca, vesciche di cervo e altri parti animali, quindi con sfruttamento ed uccisione degli stessi.
Intestini,vesciche,vacca,cervo ???
Stasera mi passa la voglia di bere,vado di Gazzosa Lurisa
Giorgione