Sì, il 2004 è stata grande annata d'Amarone

27 luglio 2013
[Angelo Peretti]
Ogni tanto fa piacere andare a rileggersi e dire che, be', ci avevi azzeccato. Per esempio, sono andato a rivedere quello che avevo scritto nel gennaio del 2008 a proposito dell'Anteprima dell'annata 2004 dell'Amarone. Parlavo di "annata classica" e dicevo che, mediamente, quello che avevo tastato era un "vino meno dolce, finalmente". Aggiungevo che "ho trovato invece maggior freschezza, che aiuta a bere (se bere è la parola giusta per un rosso come questo, da centellinare)". Poi spiegavo: "E s’avverte l’alcol con minore insistenza, e anche questo agevola il bicchiere. E c’è poi qualche vena floreale che s’aggiunge alla tipica ciliegia surmatura. E insomma: per chi ama ‘sto vino, il 2004 può riservar belle sorprese". Anche se non tutti, tra i colleghi wine writer, erano d'accordo con me. Anzi.
Bene, perché tutte queste autocitazioni? Perché m'è capitato di riassaggiare e anzi di bere delle splendide espressioni dell'Amarone del 2004. E mi son fatto persuaso, bicchiere alla mano, che ci avevo visto giusto: un'annata classica capace di dare vini aristocratici e longevi. Il che a mio avviso fa del 2004 una delle vendemmie più vicine all'idea originaria dell'Amarone.
Due recenti assaggi mi hanno impressionato: l'Amarone e l'Amarone Riserva 2004 di Trabucchi, azienda d'Illasi, est della terra valpolicellista. Be', due gran bei vini, e mi si perdoni se uso ancora il termine "classico" per vini di un'area che "classica" non è, essendo questa dizione riservata alla Valpolicella "storica", ad ovest. Ma quando dico "classico", intendo la "classicità" vinicola, quella che dava rossi che si bevevano e duravano.
Amarone della Valpolicella 2004 Trabucchi
Ho scritto, di getto, sul bloc notes: "Cavolo, che naso!" Spezie e fiori macerati. Nulla d'invasivo. Austerità. Ed austero è anche in bocca. Dà l'impressione di essere asciutto, nei limiti d'asciuttezza congeniali a un Amarone. Si apre con gradualità e si fa via via più elegante. Il tannino è saldo. Freschezza e tannicità e frutto (la ciliegia mora) e fiore (il geranio) e vena officinale tengono in riga l'alcol. Resta comunque costantemente più elegante che potente. Bel vino, che ha ancora parecchio da dire nel tempo.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Amarone della Valpolicella Riserva Cent'anni 2004 Trabucchi
Oh, be', qui l'eleganza è estrema. Vino aristocratico, sinuoso, intrigante. E buono, buono, buono. Ha fiori, fiori e fiori. E in bocca la florealità offre slancio al frutto appassito, che si fonde con tracce di terra rossa e di grafite e di mentuccia. Ha potenza, eppure quelal sua fascinosa grazia lo rende estremamente bevibile, per quanto questo termine possa ascriversi a un vino di grand'alcol. Non ho remore a dire che è una delle più belle espressioni dell'Amarone che mi sia capitato d'avere nel bicchiere.
Tre lieti faccini e anche di più :-) :-) :-)

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