[Angelo Peretti]
Ta-taa! Ecco la sorpresona: tutti davano la vendemmia italiana del 2012 in calo anche consistente rispetto al 2011 e invece, oplà, abbiamo fatto addirittura più vino dell'anno prima. Sappiamo fare i miracoli.
Ai primi di settembre, Assoenologi preveda che quella del 2012 sarebbe stata per l'Italia la vendemmia più scarsa dal 1950: il 5,6% in meno rispetto all'anno prima. A gennaio, col ribollir dei mosti terminato, il Ministero delle politiche agricole ha comunicato all'Unione europea che in Italia si era fatto il 7% di meno. Ora il coup de theatre. L'Agea ha fornito i dati ufficiali: in Italia nel 2012 abbiamo fatto il 2% in più di vino rispetto al 2011. Lo fa sapere il Corriere Vinicolo, organo di stampa dell'Unione Italiana Vini, con un articolo dal titolo significativo: "Il paradosso della vendemmia 2012". "Si possono fallire - scrive il Corriere Vinicolo - le previsioni vendemmiali, questo è più che ovvio.
Però, passare da un’annata tragica come quella preventivata a una
addirittura in crescita ce ne passa".
Chi ha ragione? Siamo calati o siamo cresciuti? Temo che abbiano ragione tutti e che i dati siano tutti veri. Perché siamo un popolo di furbetti.
Assoenologi, che ha antenne ovunque grazie alla sua fittissima base associativa che lavora "sul campo", a mio avviso ha detto giusto: di uva ce n'era di meno. Anche l'Agea ha detto il vero: di vino ce n'è di più. In mezzo ho paura che ci siano le stramaledette "carte". Il che vuol dire che in mezzo è possibile che ci siano troppi furbi che, avendo un tot di uva nel vigneto, dichiarano di averne vendemmiata molta di più, fino ai limiti massimi previsti dal disciplinare di produzione, se si tratta di una doc, e questo è un malcostume che ho proprio il timore che sia trasversale: c'è chi fa così tra i piccoli, c'è chi fa così tra i grandi, magari anche fra gli "insospettabili". Perché così ti porti a casa le "carte" che attestano il tuo "diritto" ad avere più vino di quello che hai fatto. E quelle "carte" hanno un valore sul mercato, potendole vendere a chi ha vino comprato chissà dove (magari in Spagna, suggerisce qualcuno) e chissà come (magari usando uva da tavola) e ha bisogno delle "carte" per ribattezzarlo con qualche nome. Oplà, il gioco è fatto.
Ciao Angelo, hai fatto un piccolo errore di battitura: "nel 2011 abbiamo fatto il 2% in più di vino rispetto al 2011".
Il concetto che esprimi è comunque corretto.
Penso tu abbia ragione e quindi da minor uva col giro di carte è uscito più vino.
Questi dati danno forza alla ns. discussione sul valore/efficacia del sistema dei controlli.
Noi a casa nostra abbiamo fatto 44% di vino in meno, e passeremo dalle 50.000 bottiglie imbottigliate con l'annata 2011 alle circa 34.000 con annata 2012.
Grazie della segnalazione, Stefano: ho corretto l'errore.
Quanto al sistema dei controlli, ne parlo domani.
Aggiungo: servirebbero più vignaioli che agiscono come te, e che quando c'è meno uva, semplicemente ne dichiarano meno e fanno meno vino.