A casa il vino si abbina come si vuole

10 agosto 2013
[Angelo Peretti]
Non conosco di persona Tim Fish, ma mi sta simpatico. Lo leggo su Wine Spectator. O meglio, sul suo blog sulle pagine on line di Wine Spectator. E mi è piaciuto un sacco un suo post dal titolo bizzarro: "Are You a Food-and-Wine Pairing Heretic?", sei un eretico dell'abbinamento cibo-vino? Oh, sì, io lo sono, eccome.
Dice: "È blasfemia, lo o, ma non bevo sempre il vino perfetto col mio cibo. Dimenticatevi del perfetto: talvolta, non bevo il vino giusto nemmeno remotamente". Già, è roba da far rizzare i capelli ai conservatori del vino, ma forse invece è l'idea giusta "for new wine lovers". Perché "Il vino giusto col piatto giusto resta l'ideale, ma chi vive un un mondo ideale?"
Certo, come dice Tim Fish, l'ABC dell'abbinamento fra cibo e vino non chiede una laurea per impararlo. Che un rosso strutturato stia meglio con la carne e un bianco fresco come un Sancerre con le ostriche, be', è facile saperlo. E ha ragione lui: quando si è al ristorante, e si spendono un fracco di soldi per mangiare e per bere, sarebbe un peccato buttare i quattrini e rovinare la cena con un abbinamento sbagliato.
Ma a casa con gli amici? Lì è proprio necessario seguire le regole? "In questo caso di solito il vino è più importante del cibo, o almeno gli sta alla pari". E allora, è proprio necessario formalizzarsi con l'abbinamento? O è meglio concentrarsi sul vino?
"In situazioni informali - dice Tim Fish - perfino gli appassionati del vino sono più disponibili a bere quel che hanno voglia di bere, non quel che pensano che dovrebbero bere".
Evviva: la libertà al potere. Oh - dico io -, questi insopportabili formalismi che tanto spesso uccidono il piacere.
"Così - conclude Tim Fish - vi ho detto uno dei mei grandi segreti vinosi: talvolta sono un anarchico dell'abbinamento cibo-vino. La mia regola generale è: rilassati, cerca di fare del tuo meglio, ma non preoccupartene troppo". Condivido.

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