[Angelo Peretti]
Ma allora ci sono in giro per il mondo le persone che sanno insegnare il vino per quel che è, ossia: un piacere personale. Mi viene da dirlo dopo aver letto la lettera di un lettore di Wine Spectator (mi piace leggere la rubrica delle lettere, si impara sempre qualcosa). Racconta di quando frequentò il suo primo corso di degustazione, in America. Dice: "Alla fine del corso, l'insegnante ci disse: Non c'è un vino giusto. Non c'è un vino sbagliato. L'unica cosa veramente importante è quello che sembra buono a voi. Quando troverete questo genere di vini, e li troverete, se sono a un buon prezzo, comprateli a casse."
Ecco, sì, è questa l'unica vera regola da tenere presente quando si assaggia un vino, quando lo si beve: il piacere è soggettivo. Non c'è nulla di scientifico nel piacere del vino. La soggettività prima di tutto. Io ci credo. Assolutamente. Benedetto sia quel docente americano che ha saputo spiegarlo così bene ai suoi allievi.
Ringrazio anch'io, il docenbte americano e Lei, per gli interventi sempre interessanti ed utili. La degustazione del vino, al di fuori dell'ambito professionale, dovrebbe servire proprio a stimolare la curiosità per l'assaggio, ad evitarti eccessive "fegature" (si spera) e ad aiutarti a trovare ciò che ti piace davvero.....