Un viaggio nel tempo: Saint-Émilion anni ‘60

9 gennaio 2014
[Angelo Peretti]
Mi è stato rinfacciato che durante la degustazione di undici Saint-Émilion degli anni Sessanta, che ho messo insieme qualche giorno fa, ho adoperato troppe volte l’aggettivo “spaziale”. Vero. Ma avrei potuto dire anche stellare, astrale, siderale, perché davvero eravamo in un’altra dimensione del tempo e dello spazio, lontani anni luce dal vino di oggi, su un pianeta diverso, in una differente galassia, lassù. Ecco, quest’eleganza, questa beva, quest’eterna giovinezza, chi le sa più mettere dentro a una bottiglia? Sono cambiate troppe cose. Il clima, probabilmente. La viticoltura, certamente. Sicuramente l’enologia. Viticoltura ed enologia sono diventate più pervasive, più determinanti sull’esito della vendemmia. Nel nome di un dio che si chiama mercato, che pretende di dettare le regole, che ti premia – almeno nel breve – se te ne fai servitore.
È incredibile pensare come invece quelle bottiglie cinquantenni siano ancora così straordinariamente giovani. Colori integri. Frutti succosi. Beva strepitosa.
Spaziali, sono bottiglie spaziali, se si pensa che cosa c’è in giro oggi. Oggi abbiamo vini perfetti enologicamente, pronti con immediatezza per rispondere al gusto planetario, globale. Dureranno nel tempo? E chi lo sa.
Intanto, io mi godo i Bordeaux di prima della parkerizzazione del gusto. E questa è stata una splendida degustazione. Qui sotto, in breve, i vini. Su qualcuno magari mi soffermerò più avanti con qualche altra riga di riflessione.
Ah: utilizzo stavolta, anziché i miei soliti faccini, una valutazione in centesimi, per poter stabilire qualche graduatoria di piacevolezza, ché altrimenti a quasi tutti i vini bevuti avrei dovuto tributare i tre lieti faccini, o quanto meno i due faccini e quasi tre.
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1961 Château Yon-Figeac
L’eleganza storica dei Bordeaux, probabilmente insuperabile. Fiori, fruttini, grazia. 94
Saint-Émilion 1961 Château Cormen-Figeac
Magro, esile e ritroso. Tartufo, kerosene, terra. Non spicca il volo, ma si fa bere. 82
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1962 Château Grand Barrail Lamarzelle Figeac
Impressionante brillantezza di colore. Grande naso. Frutto croccante, tannino saldo. 86
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1964 Château Guadet-St. Julien
Ha tinta profonda, e profondità propone anche al palato. Strepitoso frutto. Applausi. 90
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1964 Château L’Arrosée
Scattante, nervoso, croccante, slanciato. Un rosso fantastico, estremamente giovane. 96
Saint-Émilion Grand Cru 1966 Château Fombrauge
Velluto. Ecco, questo è velluto liquido. Il frutto avvince. Sotto, una vena di liquirizia. 97
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1966 Château Larcis Ducasse
Rubino scuro. Mirtillo e fruttini rossi, immediati, al naso e al palato. Bel tannino. 90
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1967 Château Balestard La Tonnelle
Amarena ed eucalipto, frutto e vena officinale, insieme. Eleganza. Infinita lunghezza. 95
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1967 Château Canon La Gaffelliere
Frutto e spezia. Tabacco da pipa e fiori appassiti. Tamarindo e vaniglia. Complesso. 89
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1969 Château Soutard
Floreale: lavanda, gelsomino. Oh, che profumi! Poi, cioccolato e beva e giovinezza. 95
Saint-Émilion Grand Cru Classé 1969 Château Villemaurine
Spezia e fiori secchi, amaretto e mentuccia, cedro e sassi bagnati. Gran bel bouquet. 90

2 commenti:

  • Anonimo says:
    10 gennaio 2014 alle ore 10:04

    che robbbba!
    dall'alto della mia ignoranza su codesti vini di cotali annate, provo un sanissimo senso di curiosità mista ad invidia...
    ciao, luca

  • roberto says:
    12 gennaio 2014 alle ore 09:48

    Avrei voluto esserci

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